venerdì 9 novembre 2007

L'ASSESSORE APRE UNO SPIRAGLIO: UN TAVOLO SULLA CITTADINANZA















Nelle foto: alcuni momenti della serata


La sala piena di gente, Graziano Cioni molto determinato, Alessandro Santoro altrettanto deciso a far valere le proprie ragioni: il confronto fra l'assessore e il prete delle Piagge - uno dei promotori del digiuno a staffetta contro le ordinanze sui lavavetri - è stato molto bello, intenso e istruttivo, grazie anche agli interventi di una decina di persone dal pubblico, inclusi alcuni rappresentanti di comunità straniere.

Graziano Cioni ha esordito mettendo le mani avanti rispetto alle critiche alla sua ordinanza, sciorinando tutte le cifre dell'impegno del Comune di Firenze nelle attività di accoglienza e assistenza verso poveri e immigrati: i 7-800 posti all'albergo popolare, la convenzione con la Caritas per alcuni servizi assistenziali (120mila pasti, 21500 docce), i posti letto per immigrati con lavoro nelle strutture di via baccio da Montelupo e via del Porcellana, il progetto per i richiedenti asilo politico (50 posti)... L'assessore ha citato anche alcuni problemi che è difficile risolvere: le mille persone residenti in 23 immobili occupati, le 499 censite in "siti" di fortuna (stazione, baracche, giacigli improvvisati). "Il nostro sistema d'accoglienza - ha riconosciuto Cioni - è al collasso perché i bisogni crescono, le persone in arrivo aumentano e le risorse sono scarse. Servirebbero interventi coordinati con la regione, con lo stato nazionale, con l'Europa".

Quanto alle ordinanze sui lavavetri e al pacchetto sicurezza varato dal governo, Cioni li ha rivendicati in nome della "legalità a 360 gradi". Sui lavavetri - ha detto - fu necessario intervenire dopo 618 telefonate in otto mesi da parte di cittadini che lamentavano intimidazioni. "Nessuno ce l'ha con gli immigrati - ha detto - ma con chi scippa, chi ruba, chi sfrutta la prostituzione". Secondo l'assessore provvedimenti del genere servono a prevenire la xenofobia. "Se lasciamo che abusivi vendano i tappeti in centro, senza che nessuno intervenga a far rispettare la legge, la gente si incazza, cresce il malumore e monta la xenofobia", ha esemplificato. E poi ha ripreso lo stesso esempio che fu al centro di uno scambio di battute con Alessandro Santoro davanti a Palazzo Vecchio, il giorno dell'avvio del digiuno: "Te lo dissi allora e te lo ripeto oggi. Se un povero ruba la pensione alla vecchietta, io sto dalla parte della vecchietta. Tu mi dicesti che stai dalla parte di tutti e due, ma te sei un prete".

Alessandro ha replicato citando subito don Lorenzo Milani e il passo della Lettera a una professoressa nel quale si dice che non c'è niente di più ingiusto che fare parti eguali fra diseguali. Per Alessandro compito della politica è ridurre le diseguaglianze sociali, fare della città un luogo d'incontro fra diversi. "Oggi la politica si occupa delle aspettative di chi ha denaro, lavoro, casa e ignora tutti gli altri. Le nostre città devono avere il coraggio di cambiare l'idea di cittadinanza. C'è una demarcazione sempre più netta fra oppressi e oppressori, e noi dobbiamo liberare gli oppressi". Secondo Alessandro le ordinanze sui lavavetri sono state "una violenza morale e psicologica", una forma di violenza non meno grave di quella fisica, tanto da essere citata nell'articolo 13 della Costituzione: "Dovremmo togliere dalle scuole i crocifissi - ha detto Alessandro - e metterci gli articoli della Costituzione. Queste ordinanze e i provvedimenti del pacchetto sicurezza alimentano la xenofobia". "La vera sicurezza" è la sicurezza dei diritti: al nome, alla casa, a poter sbarcare il lunario. Alessandro cita poi la questione della residenza: una vecchia ordinanza ha ristretto la possibilità di fissarla nella sede di associazioni, complicando enormemente la vita dgeli immigrati, privandoli della possibilità di essere cittadini.

Cioni replica subito a queste critiche, rifiuta di stare dalla parte degli oppressori ("Ma io non ti ci ho messo", replica Alessandro) e ribadisce di avere risposto - con la sua ordinanza - a una violenza, commessa dai lavavetri contro cittadini, donne sole, mamme con bambini... "Sono favorevole al pacchetto sicurezza perché definisce una legalità che vale per tutti". Quanto al tema della residenza, che pure non è piena competenza del suo assessorato, Cioni - sollecitato anche dall'intervento dal pubblico di Virginia - apre uno spiraglio: "Forse si potrebbe aprire un tavolo fra l'amministrazione e le associazioni".

L'apertura è colta da Ornella De Zordo, che parla esplicitamente di "Tavolo sulla cittadinanza", mentre Rosario (comunità peruviana) fa una serie di domande sulle politiche interculturali, sulle politiche abitative per gli immigrati, sul diritto alla scuola per gli immigrati di seconda generazione. Minia (comunità eritrea) si sofferma sull'abbandono dei richiedenti asilo e sul fatto che occorre superare l'assistenzialismo: il modo migliore per garantire i diritti, è permettere alle persone di badare a se stesse.

Intervengono anche Pape, che indica l'assenza di un progetto di città da parte dell'amministrazione, come se non ci fosse la consapevolezza di essere di fronte a un momento storico che richiede un'apertura a chi proviene da altri paesi. Manuela racconta la sua esperienza di maestra e regala all'assessore una novella su un "bambino che lava i vetri", dicendo a Cioni che la sua ordinanza ha reso più difficile il lavoro contro i pregiudizi: "Nella novella alla fine arriva il bambino buono, diventi anche lei un assessore buono", è stato l'ironico augurio di Manuela. Francesca lamenta l'assenza di percorsi di integrazione, con progetti dedicati ai giovani, tramite ad esempio borse di studio. Christian accusa Cioni per le telecamere che sorvegliano chi vive nell'albergo popolare, per le minacce portate alla sicurezza dei rom romeni "vero obiettivo delle ordinanze" e parla di violenze commesse da alcuni vigili urbani e testimoniate da un filmato. "Se hai un filmato, lo devi mostrare, non si possono fare queste accuse gratis", replica Cioni con veemenza.

E' stata una disussione intensa e importante, chiusa da Alessandro con una citazione da Pier Paolo Pasolini. Cioni ha voluto rimarcare la distanza delle posizioni - "una certa sinistra vorrebbe giustificare le illegalità con la scusa della povertà, del disagio e io sono invece per la legalità a 360 gradi" - ma resta una porta aperta, quel "tavolo sulla cittadinanza" che potrebbe offrire un'opportunità per migliorare la condizione dei migranti a Firenze.

giovedì 18 ottobre 2007

LA PIAZZA PROIBITA E LA NOTTE TRASCORSA SOTTO PALAZZO VECCHIO



Una bella festa in piazza Signoria (a dispetto di un ostacolo dell'ultimo minuto) e una notte trascorsa all'addiaccio da undici "coraggiosi": l'avventura del digiuno a staffetta si e' conclusa stamattina poco dopo le sette, quando lo 'sleep-in' e' terminato, coi sacchi a pelo e i cartoni usati per la notte riposti negli zaini (ma Tiziano, attrezzatissimo, si era portato una comoda brandina).

La festa in piazza e' stato il momento piu' bello di quest'esperienza cominciata il 21 settembre. Circa duecento persone - italiani e stranieri, tutti insieme - hanno condiviso il cibo portato un po' da tutti: panini e formaggio, schiacciate e dolci, zuppe e pietanze calde preparate dalla comunita' rom. Dalle 19 in poi piazza Signoria si e' animata per una protesta che e' stata anche una proposta. Contro l'ordinanza sui lavavetri e la sua cupa visione della citta' e del mondo, si e' offerta alla citta' un'immagine di condivisione, di solidarieta', anche di allegria, nonostante la superflua presenza, sia in piazza sia nelle strade adiacenti, di numerosi mezzi e uomini della polizia.

La Giornata mondiale di lotta alla poverta', indetta per il 17 ottobre dall'Onu e prescelta per la fine del digiuno a staffetta, in coincidenza con la Notte dei senza dimora ideata da Terre di Mezzo (e realizzata a Firenze dalle associazioni Aurora e Fuori Binario) era in realta' cominciata male. Ieri mattina, a manifestazione ormai indetta e pubblicizzata anche dalla stampa, il questore ha comunicato il divieto di utilizzare piazza della Signoria, motivando l'improvviso e tardivo diniego con una prescrizione arrivata dalla Sovrintendenza ai beni culturali. Il questore ha messo nero su bianco questa prescrizione - riguardante in particolare il lato della piazza adiacente alla Loggia dei Lanzi, indicato nella comunicazione trasmessa alla questura dagli organizzatori - 'consigliando' di spostare la festa in un altro spazio della citta'.

Di fronte al divieto, apparso poco compensibile (che cosa si temeva? e perche' la comunicazione e' arrivata cosi' tardi?), si e' deciso, dopo una rapida consultazione fra i presenti, di tenere comunque la manifestazione, spostandosi su un altro lato di piazza Signoria, cioe' nei pressi dell'ingresso uffici, quello presidiato dai digiunatori per 27 giorni. Si e' trattato, in sostanza, di una manifestazione non autorizzata, che potrebbe quindi costare agli organizzatori una denuncia da parte della questura. Si e' deciso di correre il pericolo e di affrontare le possibili conseguenze di questa scelta, ma per non far ricadere l'intera responsabilita' sulle persone che hanno avuto l'incarico di inviare le comunicazioni alla questura e di 'trattare' con le autorita', si e' scritta sul momento una dichiarazione di responsabilita', una sorta di autodenuncia. Si e' scritto a mano, sul retro di un volantino, che si decideva di tenere comunque la manifestazione, cambiando lato della piazza, convinti di agire nel pieno rispetto della legalita' costituzionale. L'autodenuncia e' stata sottoscritta da oltre settanta persone e consegnata agli agenti della Digos dalla consigliera comunale Ornella De Zordo.

Gli undici protagonisti dello sleep-in - alcuni dei quali sono stati fra gli organizzatori e partecipanti al digiuno a staffetta: Tiziano Cardosi, Camilla Lattanzi, Lorenzo Guadagnucci, Gigi Ontanetti, Alessandro Santoro, Sandro Targetti - hanno scoperto che piazza Signoria e' rumorosissima e fin troppo illuminata, e che questo minuscolo gesto di solidarieta' coi senza dimora, e di protesta verso la giunta comunale, dev'essere solo una tappa di un impegno duraturo.

Nelle foto: sotto le coperte sul selciato di piazza della Signoria, sotto le mura di Palazzo Vecchio

mercoledì 17 ottobre 2007

"UNA TURISTA AMERICANA MI HA DATO VENTI CENTESIMI..."

Lunedi' sono arrivato a Palazzo Vecchio alle 17 e in effetti non ho trovato pubblico, né sindaco (né Cioni) ho saputo che il sindaco stava intanto presentando alla stampa (e non in consiglio) una nuova edizione dell'ordinanza, che elimina il riferimento penale e lascia intatta la sanzione amministrativa facendo riferimento ad un regolamento del '32. Me ne ha parlato Anna Nocentini (non ricordo quale, però ricordo che l'art. richiamato nell'ordinanza è il 43 e si riferisce alla pulizia delle auto).

Io sono rimasto in consiglio un'ora con gli adesivi in bella vista e poi un'altra ora sotto con un cartello scritto a mano: PARTITO DEMOCRATICO IO DIGIUNO PER L'ORDINANZA SUI LAVAVETRI. Il riferimento all'attualità (le primarie) è servito ad attirare l'attenzione dei consiglieri che stavano uscendo e mi hanno letto, poi sono passato dentro il cortile per farmi leggere dal pubblico in fila per entrare ad un concerto sempre in Palazzo Vecchio.

Con alcuni consiglieri (Malavolti, De Zordo, Nocentini, Barbaro) ho parlato della
protesta, ho parlato poi con alcune persone che passavano davanti a Palazzo Vecchio e con alcuni che favevano la coda per il concerto. La continuazione del digiuno anche oggi quindi è stata visibile.

Mentre ero seduto davanti a Palazzo Vecchio con il carterllo scritto a mano in italiano si è avvicinata una turista americana e non capendo la scritta mi ha porto 20 centesimi sorridendo, io ho cercato di spiigarle in inglese che il mio era un atto politico e allora lei si è imbarazzata e a forza 'sorry, sorry' ha rinculato verso il gruppo di turisti da cui proveniva.

Maurizio

"I PATTI PER LA SICUREZZA PIACCIONO AI MIEI PARENTI, TUTTI DI DESTRA"

Credo di aver letto del digiuno per la prima volta sul sito di Carta. Conosco la comunità delle Piagge e Alessandro Santoro e ho cercato il blog. Sui pacchetti sicurezza, lo dico con una battuta: i miei parenti sono, in varie gradazioni, quasi tutti collocati a destra. E' desolante accorgersi come le soluzioni presentate dal ministro Amato e dai sindaci siano sovrapponibili a quelle di mio zio che ricorda con nostalgia il fascismo.

Più in generale, negli ultimi mesi, discutendo con alcuni amici, è venuta fuori più volte la preoccupazione per un crescere di insofferenza nei confronti di zingari ed extracomunitari, discorsi "di pancia" anche da parte di persone che hanno sempre votato a sinistra, e dell'assenza di politiche propositive che non assecondino semplicemente questi umori.

Non ho avuto modo di pubblicizzare molto il mio digiuno al di là dei miei genitori e qualche amico, perché in questo periodo per motivi familiari non ho tanto tempo libero. La reazione più comune fra le persone fra le persone con cui comunque ho avuto modo di discutere è stata d'indifferenza. Più d'uno mi ha detto, a mò di battuta, che sono già abbastanza magro senza bisogno di andare a cercare anche questo.

La sera ho partecipato ad un incontro di Sinistra Democratica, e almeno lì l'iniziativa ha riscosso sostegno.

Buon sleep in e grazie voi.

Marco Giubbani, Aulla (Massa Carrara)

martedì 16 ottobre 2007

LETTERA APERTA AL SINDACO


Egregio signor sindaco,
la sua nuova ordinanza contro i lavavetri ci riempie di tristezza e al tempo stesso di maggiore convinzione nella nostra lotta. Da quasi un mese, come avra' notato la mattina arrivando in ufficio, ogni giorno due persone, in sciopero della fame per 24 ore, sostano sotto Palazzo Vecchio indossando dei cartelloni. Forse avra' letto i testi. Contengono due messaggi: la richiesta di ritiro immediato dell'ordinanza contro i lavavatri, e l'affermazione che occorre combattere la poverta', non i poveri. Questa nostra lotta nonviolenta e' iniziata il 21 settembre con l'obiettivo di indurla a un ripensamento. Intendevamo aprire una discussione con l'amministrazione pubblica, nello spirito della nonviolenza, che promuove sempre il dialogo, anche quando esprime il massimo dissenso. Abbiamo sperato fino all'ultimo che lei avrebbe accettato il confronto, senza rifiutare a priori di ascoltare le nostre ragioni. Nei giorni scorsi avevamo anche concordato con l'assessore Graziano Cioni, promotore delle ordinanze, un incontro pubblico da tenersi prima del 30 ottobre, data di scadenza 'naturale' dell'ordinanza 'contingibile e urgente'.

Il suo nuovo provvedimento, reso noto ieri, in anticipo rispetto al previsto, sembra chiudere anche questo spazio di discussione. Siamo sinceramente amareggiati di questa sua chiusura, che ha un carattere etico e culturale, prima ancora che politico. Speravamo ancora, nonostante tutto, che lei avrebbe accettato di recuperare quell'idea di citta' accogliente, solidale, operatrice di pace che e' stata di alcuni suoi illustri predecessori. E' un'idea di citta' che ha reso Firenze celebre e popolare nel mondo. Oggi Firenze si fa conoscere per questa sua lotta senza quartiere a un ristretto gruppo di persone - si parla di una cinquantina di cosiddetti lavavetri - in nome di un concetto di sicurezza che non fa ben sperare per il futuro.

Signor sindaco, noi crediamo che lei abbia assecondato un certo senso di insofferenza e di paura, presente fra i nostri concittadini, che andrebbe affrontato con altri argomenti. Siamo convinti che non vi sia mai stata in citta' alcuna 'emergenza lavavetri' e che non si possano affrontare i disagi o il fastidio suscitati dai comportamenti di pochissime persone, mettendo 'fuori legge' chi sta comunque cercando di cavarsela, guadagnando pochi euro agli incroci. Pensiamo che un'amministrazione aperta, solidale e operatrice di pace avrebbe agito in modo molto diverso, ad esempio cercando di incontrare i 50 lavavetri, di dialogare con loro, alla ricerca di condizioni di vita e di lavoro migliori e piu' sicure per tutti. Un'amministrazione accogliente e con un alto senso della solidarieta' avrebbe mandato un messaggio distensivo ai cittadini e agli automobilisti, senza enfatizzare il problema, e sforzandosi di mantenere la questione dentro i binari della razionalita' e del buon senso.

La citta' che noi vorremmo e per la quale continuiamo a batterci, si impegnerebbe per affermare un'idea di sicurezza che include la possibilita' - per tutti - di avere un tetto e il diritto a ricercare condizioni di vita e di lavoro dignitose. E' questo un concetto di sicurezza molto impegnativo, perche' porterebbe a battersi - ad esempio - per cambiare una serie di leggi in materia di immigrazione (a cominciare da quella detta Bossi-Fini), ad estendere le politiche sociali, ad includere nella nostra societa' chi oggi resta ai margini. Nella nostra citta' vivono migliaia di poveri, di senza tetto, di 'sans papier', di esclusi da tutto e da tutti... L'approccio che noi immaginiamo, porterebbe anche a contrastare l'idea di sicurezza oggi diffusa a Firenze e in gran parte d'Italia: una sicurezza basata su slogan equivoci come 'tolleranza zero' e imperniata sui divieti, i controlli di polizia, le limitazioni dei diritti e delle liberta'. La storia ci insegna che l'estensione delle misure repressive, anche quando avviene con il consenso apparente delle popolazioni, e' foriera di disastri.

Siamo convinti che un'idea allargata e solidale di sicurezza sia alla portata della nostra citta'. A Firenze possiamo attingere a una tradizione democratica e popolare della quale dobbiamo andare orgogliosi: questo e' il tempo di non cedere agli umori del momento, alla tentazione delle scorciatoie repressive, ma di mettere a frutto quanto di meglio ci arriva dal passato. Oggi Firenze e' una citta' che mostra un volto ostile: e' chiusa, incattivita, insofferente. Non e' la citta' che desideriamo, e siamo convinti che nemmeno lei voglia diffondere un'immagine di Firenze cosi' deteriorata.

Nonostante tutto, signor sindaco, noi non disperiamo e per questo le chiediamo di accettare al piu' presto un incontro pubblico con noi e con quella parte di citta' che non si riconosce nello spirito delle sue ordinanze.

Per quanto ci riguarda, oggi e domani saremo ancora in piazza della Signoria coi nostri cartelli, e mercoledi' notte celebreremo a modo nostro la Giornata mondiale di lotta alla poverta', dormendo all'addiaccio, davanti all'ingresso di Palazzo Vecchio. Il nostro digiuno a staffetta a quel punto sara' concluso, ma il discorso non puo' che restare aperto. Le persone, le loro vite, le loro aspettative e i loro diritti, non si cancellano a colpi d'ordinanza. Vogliamo continuare a credere che Firenze puo' ancora cambiare rotta e tornare ad essere una citta' aperta, solidale, altruista.

Cordialmente,
Matteo Bortolon, Lorenzo Guadagnucci, Camilla Lattanzi, Luca Limata, Alessandro Santoro, Marco Sodi, Saverio Tommasi (promotori del digiuno a staffetta dal 21 settembre al 17 ottobre)

C'E' UNA NUOVA ORDINANZA. CAMBIA LA FORMA NON LA SOSTANZA

Il penultimo giorno (ventiseiesimo consecutivo) dello sciopero della fame a staffetta coincide con il varo di una nuova, stavolta definitiva ordinanza contro i lavavetri. Le prime sono state emanate come provvedimento 'contingibile e urgente', quindi con una data di scadenza (il 30 ottobre), quest'ultima ha invece carattere strutturale. La proposta di lavare i vetri ai semafori e' assimilata dal sindaco al lavaggio delle auto sul suolo pubblico e quindi proibita ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento di polizia municipale. Ecco il testo dell'articolo 43, che appare quasi surreale col suo riferimento ai "finimenti" e alla "trebbiatura delle granaglie"...

«Attività proibite sul suolo pubblico
Sul suolo pubblico è proibito:

  • a) lavare, strigliare, tosare o ferrare gli animali;
  • b) lavare i veicoli, pulire i finimenti e gli utensili che si usano nelle stalle e nelle rimesse;
  • c) spaccare legna, vagliare o trebbiare granaglie;
  • d) compiere atti di pulizia personale o altri atti che possano offendere la decenza pubblica;
  • e) soddisfare alle naturali occorrenze, fuori dei luoghi a ciò destinati;
  • f) eseguire giuochi di qualsiasi genere».
Cambia dunque la sostanza, con la scomparsa di ogni riferimento al codice penale, come suggerito dal procuratore della Repubblica Ubaldo Nannucci. Resta la sostanza, e cioe' un'amministrazione pubblica che definisce 'emergenza per l'ordine pubblico e la sicurezza' la presenza di una cinquantina di 'lavavetri' ad alcuni semafori cittadini. Si continua a respingere l'idea che abbiamo a che fare con persone che cercano di vivere la propria vita, di cavarsela in qualche modo in un ambiente difficile, come hanno fatto - fra l'altro - in passato milioni e milioni di italiani in tutto il mondo. Ma non c'e' memoria.

Il sindaco non ha dunque accettato un confronto aperto, ne' col consiglio comunale (completato ignorato nella fase di preparazione della terza ordinanza), ne' con la cittadinanza e tanto meno con gli animatori del digiuno a staffetta.

Gabriella Paolucci e Myriam Verdi, stamani in piazza con i noti cartelloni, riferiscono solo che Leonardo Domenici, nell'entrare di gran carriera in Palazzo Vecchio, ha detto una frase come: "Ma non sapete che non c'e' piu' quell'ordinanza?" Un po' poco come relazione fra cittadini e poteri pubblici...

Stasera a Lucca, alla sede Cgil di via Fillungo 74, e' in programma un'assemblea pubblica sulle ordinanze fiorentine e sul passaggio di testimone fra Firenze e Lucca. Domani, dalle 19 in poi, la festa in piazza Signoria e la notte all'addiaccio davanti a Palazzo Vecchio.

lunedì 15 ottobre 2007

VENTICINQUESIMO GIORNO, CON UN AIUTO DA GENOVA


Facce gia' note stamani in Piazza Signoria, ma il digiuno a staffetta prosegue per il venticinquesimo giorno consecutivo e si avvicina al suo punto culminante, con la festa di mercoledi' e il successivo 'sleep in' davanti a Palazzo Vecchio. Stamani davanti all'ingresso uffici di Palazzo Vecchio, finalmente liberato dalle impalcature in legno che occulatavano la vista del centro della piazza, hanno sostato Gennaro Guida, Lorenzo Guadagnucci e Saverio Tommasi, tutti alla seconda esperienza come uomini-sandwich.

Ai tre si sono aggiunti, a distanza, altri digiunanti eccellenti. Come ogni lunedi' hanno rinunciato al cibo, in segno di adesione alla nostra lotta nonviolenta, il professor Alberto L'Abate e la moglie Anna Luisa Leonardi. Da Genova ha aderito alla nostra iniziativa, digunando per tutta la giornata, Antonio Bruno (nella foto a destra), attivista fin ai tempi del G8 di Genova del Forum sociale del Ponente genovese e attuale consigliere comunale eletto come indipendente nella lista di Rifondazione comunista (nonche' capogruppo).

Lo sciopero della fame culminera' mercoledi' con il ritorno in piazza di don Alessandro Santoro, che aveva iniziato (con Tiziano Cardosi) il 21 settembre scorso la staffetta . Alessandro e altri digiunatori parteciparanno, sempre mercoledi' , alla Notte dei senza dimora, organizzata ogni anno da Terre di Mezzo (in collaborazione a Firenze con le associazioni Aurora e Fuori Binario), dormendo davanti a Palazzo Vecchio.

Prima dello 'sleep in' (variante del classico 'sit in'), in Piazza Signoria dalle 19 in poi ci sara' una festa con cena autogestita: un modo gioioso di prendere parte alla Giornata mondiale di lotta alla poverta'.

Domni sera nella sala della Cgil, via Fillungo 74 (ore 21), Aimac, Arci, Cgil Zona Lucca, Mani Tese hanno organizzato una assemblea-dibattito sull'ordinanza antilavavetri del Comune di Firenze.