domenica 30 settembre 2007

DECIMO GIORNO, E LUCCA SI AGGIUNGE


Due digiunanti impegnati per tutta la mattinata - Massimo Torelli e Letizia Santoni - e un paio di amici intervenuti a sostegno per qualche ora (nella foto c'e' anche Valentina). Il decimo giorno dello sciopero della fame a staffetta e' stato beneficiato da un bel sole e cosi', nel bel mezzo della piazza, sono stati intavolati molti dialoghi fra i digiunanti e cittadini e turisti.

Anche stavolta sono state numerose le discussioni con persone favorevoli al contenuto dell'ordinanza: i punti di vista evidentemente sono molto distanti, ma il ruolo dei digiunanti in piazza e' proprio questo, ossia offrire una visione diversa, indicare il pericolo che il tema della paura, dell'insicurezza, del pericolo sia piu' fittizio che reale e strumentalizzato per fini politici.

Massimo Torelli riassume cosi' l'andamento della mattinata: "Bene con gli stranieri, piuttosto stupiti del contenuto dell'odinanza, piu' animate le discussioni con gli italiani, ma pensavo peggio".

Intanto ce' un'importante novita'. Domani sera, lunedi', si terra' a Lucca un'assemblea pubblica, organizzata da semplici cittadini e alcune associazioni, al fine di avviare forme di sostegno alla nostra iniziativa. La lotta nonviolenta all'ordinanza sui lavavetri dunque i allarga.

LUCCA SI UNISCE ALLA PROTESTA

Assemblea cittadina Lunedì all'Arci di Lucca. Proposto uno sciopero della fame a staffetta.

Assemblea pubblica lunedì sera (1 ottobre), alle 21 presso l'Arci di Lucca, convocata da alcune associazioni e singoli cittadini, per discutere l'ordinanza del Comune di Firenze che introduce gravi provvedimenti punitivi, fino all'incarcerazione, per i "lavavetri".

L'assemblea ha l'obiettivo di avviare una mobilitazione contro tale ordinanza "da parte di chi crede - afferma il comitato che ha indetto l'assemblea - che i valori dell'umanità, della solidarietà e della dignità debbano contrastare gli atti di violenza, di sopruso verso i più deboli e che i diritti da tutelare non siano solo quelli delle fasce più abbienti, dei poteri forti e dei potentati". I problemi di povertà ed esclusione non possono essere cancellati con un'ordinanza, chiediamo a tutti di partecipare e unirsi a chi crede che dopo l'indignazione occorra passare all'azione di protesta ma anche alla formulazione di proposte vere e alternative alla violenza".

La mobilitazione lucchese si vuole collegare con l'altra, iniziata da alcuni giorni a Firenze, messa in atto da un gruppo di cittadini, assieme al parroco delle Piagge, Don Alessandro Santoro: una mobilitazione cittadina con sciopero della fame a staffetta fino al 17 Ottobre, come forma di protesta pacifica e nonviolenta contro l'ordinanza del Comune di Firenze contro i "lavavetri" della città. Il blog è consultabile all'indirizzo http://digiunoastaffetta.blogspot.com.

Per contatti 3389143664

sabato 29 settembre 2007

PADRE ROSSANO: "DIGIUNO PER LA COMUNIONE DEI POPOLI"

Sono p. Rossano, missionario comboniano. Ho avuto notizia della vostra iniziativa durante la Carovana a Firenze la scorsa settimana. Cogliendo occasione dalla vostra provocazione, aderisco alla proposta del digiuno a staffetta, non soltanto per sostenere la vostra iniziativa (anche se a distanza), ma perché credo fermamente in questa modalità di lotta pacifica e non violenta.
In questo momento solidarizzo con il popolo ROM di Firenze ma anche di Milano (che conosco per avere svolto un campo di lavoro presso ala Casa della Carità e collaborando con la comunità NOCETUM in s. Dionigi), ma solidarizzo anche con tutti i popoli (Birmano, Iracheno, Ugandese, Colombiano, solo per citarne alcuni) che vivono l’esperienza disumana del rifiuto, della violenza, della violazione dei diritti fondamentali dell’umanità.

Raccogliendo l’invito di Gesù di Nazareth (che invita a digiunare e pregare perché certi “demoni” siano vinti!), da ieri sera fino a questa sera, compirò il mio digiuno e come sempre sarà impegnato non solo nel difendere il diritto alla vita piena di ogni persona ma a diffondere ogni iniziativa che favorisca l’integrazione e la comunione tra le persone e i popoli.
Buona vita a voi tutti.

p. Rossano GIM Venegono

E LO SPOSO SI UNISCE ALLA PROTESTA











E nove. Stamani Agnese Cardini e Silvia De Giuli hanno indossato i loro bravi cartelli - bilingui, italiano e inglese - con la richiesta avenzata tramite lo sciopero della fame staffetta: ritiro immediato dell'ordinanza comunale sui lavavetri.

Anche stamani, come tutti i giorni, l'assessore Graziano Cioni ha incrociato i digiunanti, stavolta con un sorriso e un rapido saluto: chissà se si è abituato alla presenza dei contestatori, o se sta cominciando a ripensare alle sue scelte. Glielo chiederemo.
Alle due digiunanti sotto Palazzo Vecchio, se ne è aggiunto un terzo - Enio Minervini - che ha preferito indossare l'adesivo - "Io digiuno per..." - durante la manifestazione sindacale che ha attraversato le strade della città. E una quarta persona, Francesco Festini, ha digiunato a distanza.
Fra le note di colore della giornata: la foto ricordo che Giuseppe, nell'attesa di salire in Palazzo Vecchio per sposarsi, ha chiesto di scattare con Agnese, in segno di condivisione della protesta.

Agnese è molto soddisfatta della sua mattinata in piazza Signoria: "Credo che abbiamo fatto una cosa importante. Il dissenso dev'essere visibile. Vorrei che la giunta capisse quanto sia negativo il messaggio di quest'ordinanza, che finisce per offuscare e danneggiare anche quanto di buono la stessa amministrazione fa nel sociale". Silvia pensa che sia necessario 'marcare stretto' l'amministrazione, per spingerla a una nuova discussione e a un diverso percorso nell'affrontare la questione.
Domani, domenica, si prosegue col decimo giorno della staffetta. E martedì sera, alle 21, appuntamento nella sede della comunità delle Piagge per l'assemblea autoconvocata.

DON VITALIANO CI SCRIVE: "DIFENDERE LE GARANZIE DEMOCRATICHE"

Non capisco perché i politici si arrabbino tanto, quando si dice che destra e sinistra attuano le stesse politiche. Per non scomodare le politiche dei governi nazionali, basta vedere quelle delle amministrazioni locali: sfido chiunque a dimostrare che Cofferati da Bologna sia un sindaco di sinistra e Gentilini da Treviso sia invece un vicesindaco di destra. E che dire dell’ordinanza del Comune di Firenze, guidato dal sindaco (rosso?) Domenici e da una maggioranza di centrosinistra, che se la prende con i lavavetri ai semafori? È un’ordinanza di destra o di sinistra? Alla radio ho seguito la presentazione di un libro di nonsocchì, che cerca di dimostrare che il liberismo è di sinistra! Sarà così ma, dal mio piccolo osservatorio, avverto che il “popolo sovrano” è sempre più confuso per quanto riguarda la politica e i politici.

Sono un prete che viene facilmente tacciato di essere di sinistra. Quand’ero ragazzo e cercavo di diventare prete, un parroco delle mie parti mi diceva che chi è figlio di comunista non può aspirare al sacerdozio. A molti preti come me è stata affibbiata l’etichetta di prete rosso. Dom Helder Camara, il vescovo brasiliano recentemente scomparso a cui non è mai stata risparmiata l’accusa di essere comunista, diceva: “Se do da mangiare al povero mi dicono che sono un santo, se cerco di capire perché il povero non ha di che mangiare allora mi dicono che sono un comunista”.

Viene facilmente tacciato di comunismo chiunque pensa che la ricchezza non è casualmente distribuita e ritiene ingiusto l’ordine del mondo che fa molti poveri e pochi ricchi. Ma c’è oggi chi farebbe carte false per non essere chiamato comunista e si affanna a gettare nella spazzatura non solo gli aspetti discutibili del proprio passato, ma anche le utopie, gli ideali, le lotte e le conquiste sociali per le quali altri hanno speso la vita. Napolitano, Bertinotti, D’Alema, Veltroni, Cofferati, Domenici e molti altri che comunisti lo sono stati - almeno nel senso che hanno avuto in tasca la tessera del partito comunista italiano o tessere analoghe - fanno a gara nel prendere le distanze dal comunismo sostenendo, ad esempio, che non si concilia con la libertà e con il mercato, mentre il mercato sarebbe perfettamente conciliabile, secondo loro, con la libertà. E così, più prendono le distanze dal comunismo, più aderiscono all’ideologia del capitalismo.

Tragicamente questo comporta che per non essere più “comunisti” bisogna non vedere che esistono mercati che fagocitano gli uomini per salvaguardare i profitti; violazioni delle più elementari libertà; che masse di diseredati sono derubate del diritto ad una vita almeno non indecente; bisogna negare, cioè, che esistono ingiustizie strutturali da sovvertire, sistemi di disuguaglianze da rovesciare.

Io non credo che esistano soltanto le due categorie di comunismo e liberismo; quest’ultima vincente e l’altra di cui seppellire finanche i più miseri resti. Credo che tra di esse si insinuino, con la forza di cunei, le donne e gli uomini, il cui numero si conta in miliardi, che vivono ricacciati ai margini del sistema mondiale e a cui non è stata riservata alcuna possibilità di futuro. Tra questi i “famosi” lavavetri che tanto infastidiscono il sindaco fiorentino. Tra attuali liberisti e ex comunisti convertiti di fresco al neoliberismo, queste donne e questi uomini penso siano la parte con la quale stare, per la quale schierarsi.

Fino a che non sono comparsi sulla scena politica questi loschi figuri sinistri (loro si!) che, sfruttando gli ideali e l’elettorato di sinistra sono diventati sindaci, deputati, ministri, presidenti della Camera, capi di governo e dello Stato, il termine sinistra ha sempre rivestito alcuni significati simbolici, legati alla diversità, all’essere fuori standard, a guardare il mondo dal lato da cui la maggioranza non guarda. Oggi, concretamente, dovrebbe voler dire pacifismo, non violenza, ambientalismo, solidarietà, disobbedienza alle leggi ingiuste, lotta contro la globalizzazione dei mercati. La sinistra è il lato dei perdenti, dei senza potere, degli esclusi, degli emarginati, dei senza casa, dei senza terra, dei senza lavoro, dei senza alimenti, dei senza salute, dei senza educazione, dei senza libertà, dei senza giustizia, dei senza indipendenza, dei senza democrazia, dei senza pace, dei senza patria, dei senza domani.

Essere di sinistra dovrebbe significare stare dalla parte dei giovani, delle donne, degli omosessuali, degli immigrati, dei portatori di handicap, dei vecchi, dei cosiddetti malati di mente, dei tossicodipendenti, insomma di tutti coloro per i quali non c’è spazio in un mondo che vive per produrre, proprio come i lavavetri fiorentini. Essere di sinistra per me vuol dire incarnare il mio essere cristiano in questo particolare momento storico; significa concretizzare quella opzione per i poveri che non è una scoperta recente ma appartiene al Vangelo come elemento essenziale. E optare per i poveri significa scegliere la loro causa, i loro interessi; ed escludere, perciò, necessariamente gli interessi conservatori dei ricchi, il loro stile di vita (che è un insulto ai poveri), i loro privilegi, la loro gestione parziale del potere, i loro sfruttamenti. Essere di sinistra non significa ridursi a sedere nel lato sinistro di Parlamento e dei vari parlamentini, né ridursi all’appartenenza alla sinistra storica, né ad un partito politico, o avallare le scelte di un partito, solo perché si dice di sinistra.

Per me vale quello che diceva don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, nella sua famosa lettera a un giovane comunista (e Domenici dovrebbe saperlo bene): “Hai ragione, tra te e i ricchi sarai sempre te povero ad avere ragione. Anche quando avrai il torto di impugnare le armi ti darò ragione. Ma come è poca parola questa che tu m’hai fatto dire. Come è poco capace di aprirti il Paradiso. Quando per ogni tua miseria io patirò due miserie, quando per ogni tua sconfitta io patirò due sconfitte, quel giorno, lascia che te lo dica subito, io non ti dirò più “hai ragione”. Quel giorno finalmente potrò riaprire la bocca all’unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo: “Beati i poveri perché il Regno dei cieli è loro”. Ma il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco, installata insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradirò. Quel giorno io non resterò là con te. Io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso. Quando tu non avrai più fame né sete, ricordatene, quel giorno io ti tradirò”.

Allora bisogna disassuefarsi dal quietismo borghese e capire che la coerenza della militanza a sinistra passa in primo luogo attraverso l’analisi delle realtà marginali, passa poi attraverso la denuncia, non di ufficio, non generica, ma puntuale e circostanziata delle responsabilità che determinano e mantengono l’emarginazione; in secondo luogo una militanza coerente passa attraverso un impegno costante, non soltanto pre elettorale o televisivo; ma, più di ogni altra cosa, la militanza passa attraverso un proporre e un fare efficace, che confermi e non smentisca una opposizione, durata decenni, a certe politiche razziste, liberiste, di destra.

Domenici & C. dovrebbero saperlo bene - visto che per anni ce lo hanno raccontato fino alla noia - che i lavavetri, e più in generale gli immigrati, sono il frutto di secoli di sfruttamento che i “nostri” padri hanno messo in atto nei confronti dei “loro”; sfruttamento che continua oggi, si chiama globalizzazione dei mercati e viene attuato dai governi del nord, di destra e di sinistra, contro i sud del mondo. Con questo non voglio dire che l’immigrazione oltre che una risorsa non sia anche un problema. I lavavetri infastidiscono, è vero. Ma nessuna persona razionale e sufficientemente informata può ritenere che davvero la strategia repressiva risolva qualcuno dei problemi sollevati dall'immigrazione. Erigere muraglie nel tempo della globalizzazione totale è come recitare giaculatorie per fermare la pioggia. In conseguenza dell'appesantimento del controllo repressivo avremo solo una intensificazione del dominio della illegalità e della delinquenza sull'immigrazione. Non è questo che vogliono le strategie repressive, ma questo è lo sbocco inevitabile. Ed è proprio ciò a cui puntano le forze politiche ed economiche irresponsabili che da un lato cavalcano il disagio, la paura e le angosce della gente, mentre dall’altro fanno affari d’oro con gl’immigrati irregolari, facendoli lavorare a nero con salari irrisori, senza diritti né sicurezze, oppure utilizzandoli per manovalanza in traffici loschi.
Il problema vero, primario, non è l’immigrazione, ma la globalizzazione liberista. L’economia basata sul valore assoluto e quindi totalitario del danaro e del profitto sfrutta il divario Nord-Sud per annullare gradualmente la società dei diritti, per distruggere lo stato sociale, per portare a fondo la sconfitta della classe operaia e della sua cultura solidale. Al dominio della finanza che regola il libero mercato fa comodo un Terzo Mondo disperato. E gli immigrati servono in quanto assolutamente ricattabili, bisogna quindi che almeno in certa misura siano irregolari, braccati, disperati, impauriti, affamati, pronti a subire tutto per sopravvivere.
Anche questo Domenici & C. dovrebbero saperlo bene, certamente meglio di me, visto che anche su questo hanno basato le loro campagne elettorali e anche per questo sono stati eletti; allora delle due l’una: o sono ignoranti o in mala fede. In ogni caso, " que se vayan todos" (che se ne vadano tutti) come hanno gridato milioni di persone in Argentina contro partiti che anziché proporre politiche e leggi giuste e eque, per puro tornaconto economico ed elettorale, si lasciano trascinare dagli umori di un elettorato disinformato e ignorante. E non venite a parlarmi di democrazia e di rappresentanti eletti dal popolo! Perché anche il popolo di Beppe Grillo, quello dei girotondi e mille altri che non si riconoscono con questa casta politica, sono la democrazia.

Anzi la casta del palazzo dovrebbe ringraziare chi come Grillo riunisce gli scontenti e dà loro la possibilità di sfogarsi contro i potenti di turno: l’alternativa, non ce lo auguriamo, potrebbe essere la ripresa di un terrorismo extraparlamentare e la P38. Negli anni ’70, in una situazione politica analoga a quella odierna, il muro contro muro tra istituzioni e movimenti, con l’avallo della sinistra, procurò soltanto l’acuirsi di ostilità e di esasperazioni sociali, sfociate proprio nel terrorismo; oggi rischiamo di assistere allo stesso schema di involuzione democratica e di scontro mortale, nel quale si rischia di bruciare democrazia e libertà.

Sono sicuro che purtroppo l’ordinanza avrà un consenso diffusissimo, ma contro ci sono “ragioni” enormi: il rifiuto dell'autoritarismo, il rispetto della dignità di ciascuno. Bisogna rifiutare la logica dell’esclusione, del prendersela con il debole per distrarre rispetto ai problemi “forti” delle nostre città che non si vogliono affrontare: cementificazioni, traffico, tumori e malattie respiratorie in aumento, danni ambientali, politiche abitative disastrose, una società sempre più precaria, un potere d’acquisto in perenne caduta. Invece di affrontare questi temi, si decide di investire sulle paure del cittadino benpensante, emarginando ulteriormente l’immigrato, il lavavetri, il senza fissa dimora, il punkabbestia, il graffitaro…. le logiche di questa ordinanza sono da rifiutare senza appello se esiste ancora una cittadinanza democratica.

Sono le garanzie democratiche che occorre difendere da questa ordinanza: quello che vale oggi per il lavavetri, potrà valere domani per ciascuno di noi. Se lasciamo passare il principio sarà solo una questione di tempo: noi stessi diventiamo ogni giorno più precari, noi stessi ci impoveriamo ogni giorno di più. Oggi il bersaglio è il lavavetri, il precario al quadrato, e domani ciascuno di noi, ciascuna categoria potrà diventare un bersaglio per nuove esclusioni.
Una società democratica ha il dovere di attuare politiche sociali efficaci: primo soccorso e assistenza verso gli immigrati in difficoltà, senza prevedere l’uso delle polizie e senza il bisogno di armare i vigili urbani. Bisogna pretendere dignità e umanità in favore dei più deboli, italiani o stranieri: un letto per dormire, un piatto caldo al giorno, un posto dove lavarsi, un lavoro dignitoso.

Credo che la sicurezza sia importante, specialmente quella di vivere in città pacifiche e accoglienti, e non “pacificate” attraverso la rimozione forzata dei problemi. Ma se la sicurezza nelle nostre città è indispensabile, prima della sicurezza viene la dignità della persona. Altro che politiche di destra proposte e attuate da amministratori di sinistra!

don Vitaliano

venerdì 28 settembre 2007

"COSI' SI NASCONDONO I PROBLEMI"

Federico e' il secondo digiunante di venerdi'. Per un contrattempo (non suo), ha condotto in porto le sue 24 ore di sciopero della fame senza sostare davanti a Palazzo Vecchio. Ecco il suo messaggio:

La classe politica a Firenze non è stata all'altezza della tradizione di questa città di cui sono ospite, e purtroppo da persona esterna devo registrare che i governanti non sono riusciti ad impedire che la stazione si riempisse di barboni, rumeni, e in generale di disperati che senza una meta o delle sicurezze di vita si trovano nella condizione di accettare un po' tutto quello che la vita gli propone giorno per giorno. Và da sè che quando vivi nell'incertezza, nell'insicurezza e magari sognavi di raccogliere i soldi dagli alberi, ti innervosisci.

Di fronte alla realtà e ti accorgi che hai cambiato luogo ma la tua condizione di sfruttato (dallo Stato, dalla mafia, dal prossimo...) non ha fatto lo stesso. Una classe politica responsabile forse avrebbe dovuto alzarsi dalle proprie poltrone, e farsi una passeggiata lungo gli argini dell'Arno o sotto i ponti e invece di creare una ordinanza di oppressione (presa da una non precisata "emergenza"), avrebbe dovuto prevenire questa degenerazione, che è un tassello di un mosaico che in Italia ci sta portando verso l'intolleranza che ha caratterizzato questo Paese durante il
periodo fascista.

Non è una protesta politica la mia, ma di buon senso: cosa accadrà adesso che a queste persone è stato tolto l'unico modo di guadagnare che conoscevano? Cosa faranno adesso per guadagnare?
A questa domanda spero che il Comune sia pronto a rispondere per il bene anche di quei cittadini che così tanto velocemente hanno accettato una ordinanza che nasconde agli occhi della gente il problema, ma non lo risolve dando spazio a scenari pericolosi e inquietanti.

Shalom.

OTTAVO GIORNO, CON UN AIUTO DA BELLUNO...


C'è maltempo e ci sono anche contrattempi improvvisi, ma il digiuno a staffetta continua, con la sosta ormai consueta davanti a Palazzo Vecchio di due uomini/donne-sandwich. Stamani abbiamo cominciato in ritardo, ma non abbiamo mancato l'appuntamento: i vigili e gli inquilini del Palazzo si saranno preoccupati, non vedendoci come al solito di buon'ora...


Oggi ha digiunato Sandro Targetti, accompagnato da Teresa e a distanza, da Belluno, si è unito Emiliano Oddone, che ha voluto testimoniare il suo dissenso etico e politico con 24 ore di digiuno. E' un'adesione importante, perché testimonia il 'peso', sul piano etico e culturale, avuto dall'ordinanza fiorentina, la cui eco è arrivata in tutto il paese e anche all'estero, per quanto Agnoletto ci abbia riferito la sopresa di molti eurodeputati nell'apprendere che l'ordinanza è stata emanata da un'amministrazione di centrosinistra.


Perciò è importante insistere e dimostrare che esiste un altro modo di affrontare le questioni sociali e della sicurezza, senza ricorrere a provvedimenti sbrigativi e dal sapore autoritario. Non ci stanchiamo di affermare che la via maestra è quella del dialogo, del coinvolgimento, della partecipazione. Cercheremo anche di organizzare qualche iniziativa pubblica che vada in questa direzione e si aggiunga la didiuno a staffetta.

mercoledì 26 settembre 2007

C'E' ANCHE ADEM, DELLA COMUNITA' ROM


Settimo giorno per lo sciopero della fame a staffetta contro l'ordinanza Cioni Domenici sui lavavetri, molestato dalla prima pioggia autunnale. Dopo le sorprendenti adesioni di ieri di Luisa Morgantini e Vittorio Agnoletto, che hanno digiunato a Strasburgo, durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo, oggi al presidio in Piazza Signoria è toccato a due persone particolarmente significative: Mariapia Passigli, attivista del giornale di strada Fuori Binario, e Adem Bejiak, a lungo presidente dell'associazione "Amalipe Romano" cioè Amicizia Rom - che ha come scopo l'emancipazione culturale, la difesa dei diritti e la tutela della cultura Rom a Firenze.

Privatamente, sta digiunando anche Emanuele Garofalo, che svolgerà una regolare giornata di lavoro indossando l'adesivo dell'iniziativa. Attendiamo i suoi commenti per pubblicarli su questo blog. Al presidio, per rispondere alle domande dei curiosi, è tornato in piazza Saverio Tommasi, l'attore militante che abbiamo visto impegnato durante la manifestazione di sabato scorso ne "La ballata del lavavetri", testo teatrale di Domenico Guarino.

le testimonianze dei digiunanti del sesto giorno

la testimonianza di Salvatore
Sono salvatore tassinari e ho partecipato alla presenza in digiuno davanti a palazzo vecchio insieme a monica biondi e mary bertini.
Devo dire che la maggioranza dei fiorentini passanti si è distinta per indifferenza ed estraneità, come se non avesse occhi per vedere. Alcuni, per fortuna pochi, hanno espresso ostilità con gesti e parole pesanti e volgari. Pochi, ma, a mio parere, espressioni della pancia egoista e ottusa di questa città. Ad alleggerire la mia pena, pochi passanti che hanno comunicato solidarietà e partecipazione. Tra questi Cassigoli, che ricordo antico giornalista dell'Unità e intervistatore di diversi personaggi illustri della cultura di sinistra della città. Ha avuto parole di fuoco contro l'ordinanza.
Altro discorso ha da farsi sui turisti stranieri. Molti hanno letto con attenzione il cartello in inglese senza, peraltro, fare commenti, tranne alcuni che hanno manifestato consenso.
Io ho vissuto la situazione con un forte sentimento di solitudine, in una città che non riconosco più.
Ha transitato dal portone il vicesindaco, che io conosco. Si è fermato e mi ha espresso il desiderio, che io ho accolto, di avere dieci minuti di tempo per parlare con me. Vedremo che cosa ha da dire. E' una persona perbene, viene dal cattolicesimo democratico, mantiene rapporti con la comunità dell'isolotto. Vorrei chiedergli che cosa gli consente di continuare a fare il principale collaboratore di domenici.
Non vorrei aver comunicato pessimismo. "Non mollare", ci dicevano lontani padri dell'antifascismo.
Salvatore Tassinari

la testimonianza di Monica
oggi è stato il mio turno di digiuno davanti Palazzo Vecchio, credo che la nostra esperienza non sia stata tanto diversa da quelle già riportate: approvazione da parte degli stranieri e, generalmente, disapprovazione da parte degli italiani, presumibilmente fiorentini. In generale non c’è stato nessuno fra di essi che è stato disposto ad un confronto, i favorevoli o contrari avevano già la propria idea precostituita. Ho avuto l’impressione che il maggior motivo di disapprovazione fosse determinato dalle proprie condizioni di disagio, si affermava infatti: perché il Comune dovrebbe aiutare uno straniero se ci sono tanti italiani che stanno male? Toccando con mano che cosa significhi nella sostanza il concetto di guerra fra poveri, e come esso sia utile ad un certo tipo di sistema politico/economico.
Forse sarebbe stato interessante fare un piccolo censimento sui lavavetri pre e post protesta per vederne l’utilità nello spostare le opinioni in relazione; ricordiamocelo per il futuro.
Fra le cose che ci hanno detto è venuta fuori una riflessione interessante: diversi espungevano dal cartello che noi fossimo solo a favore di una “legalizzazione” del lavoro dei lavavetri, cosa meno rilevata nei messaggi in lingua straniera, forse dovremmo spiegare meglio in italiano quale sia la nostra posizione.
Ed infine un consiglio pratico per i futuri digiunanti: non state troppo vicini al Palazzo perché è punto strategico di socializzazione dei piccioni………………….
monica biondi

VITTORIO AGNOLETTO CI SCRIVE: 'I COLLEGHI STRANIERI ERANO INCREDULI'

Non capita tutti i giorni di vedere un “uomo sandwich” nelle aule e nei corridoi del Parlamento Europeo…Molti miei colleghi si sono avvicinati, incuriositi dal cartello e dagli adesivi che indossavo, soprattutto per capire le motivazioni della protesta. I parlamentari non italiani, una volta raccontato il contenuto dell’ordinanza fiorentina, si sono dimostrati increduli soprattutto rispetto al colore politico della giunta che ha emanato il provvedimento: «Ma com’è possibile – mi hanno chiesto – che un sindaco di centro sinistra si sia scagliato contro i più deboli? Sei sicuro che l’amministrazione comunale non abbia cambiato schieramento?».

Superato l’equivoco (francamente difficile da digerire e da spiegare, per un esponente della sinistra) con i colleghi eurodeputati, sono stato fermato da un gruppo di studenti italiani in visita all’emiciclo di Strasburgo. Alcuni dei ragazzi hanno espresso grande solidarietà nei confronti dell’iniziativa, ed in particolare una ragazza ha chiesto cosa sia possibile fare contro questa aberrazione oltre a digiunare. Ma altri suoi compagni scuotevano la testa in segno di disapprovazione; purtroppo i tempi parlamentari non mi hanno permesso di approfondire con loro una discussione.

Poco dopo, al termine di un voto in aula, mi si sono avvicinati alcuni parlamentari italiani. Che non solo contestano l’ordinanza di Domenici, ma che mi hanno detto di voler partecipare in prima persona al digiuno. Ho fatto proseliti!

Scherzi a parte, ringrazio i promotori del digiuno a staffetta per aver organizzato la manifestazione e avermi dato l' opportunita' di rendere evidente anche in Europa il dissenso verso una decisione segno di profonda intolleranza.

Vittorio Agnoletto

AGNOLETTO SCIOPERA A STRASBURGO. E LA MORGANTINI SI ASSOCIA


Il digiuno a staffetta contro l'ordinanza sui lavavetri e' arrivato a Strasburgo. Oggi Vittorio Agnoletto si e' aggiunto ai digiunanti e al parlamento europeo, impegnato nella sessione plenaria, ha indossato gli stessi cartelloni (eccolo nella foto che ci ha mandato da Strasburgo) che portano le altre 'staffette' in sosta ogni giorno davanti a Palazzo Vecchio.

Agnoletto, deputato di Sinistra europea ed ex portavoce del Genoa social forum, spiega cosi' la sua partecipazione allo sciopero della fame (per 24 ore):
«Ho scelto di aderire alla mobilitazione e di farlo proprio qui a Strasburgo poiché in questa sessione plenaria il Parlamento Europeo è chiamato a discutere di come gli stati dell’Unione hanno applicato la direttiva 2000/43/CE del 29 giugno 2000 che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica. E l’Italia, a questo riguardo, è colpevole per non aver ancora recepito in modo soddisfacente per l’Unione Europea la direttiva, tanto è vero che il nostro Paese è sotto procedura d’infrazione da parte dell’Ue. Lancio quindi un segnale contro gli episodi discriminatori, come l’ordinanza sui lavavetri e i numerosi atti di violenza contro i rom, e chiedo che l’Italia rispetti le decisioni assunte in Europa. La direttiva europea ha una funzione di tutela dei più deboli: e i lavavetri lo sono di certo».


Piu' tardi Vittorio ci mandera' un suo breve resoconto della sua giornata di digiuno al Parlamento di Strasburgo, da dove ci e' arrivata un'altra testimonianza, da parte di Luisa Morgantini, anche lei di Sinistra europea, e vice presidente del Parlamento. Ecco il suo messaggio
: "
Sono desolata di aver saputo solo oggi della vostra iniziativa, la condivido totalmente per questo non potendo essere con voi a Firenze digiunero' a Strasburgo dove partecipo alla sessione del Parlamento Europeo. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle i metodi della regina Vittoria d'Inghilterra, di punire i poveri e invece sono vivi oggi più che mai. Tutta la mia solidarietà per un Europa e un mondo libero dai razzismi e dalla povertà. Tutto il mio sostegno alla giornata del 17 ottobre".

"QUESTA E' LA CITTA' DI LA PIRA, FABIANI E BALDUCCI"


Quando Tvr-Teleitalia ha chiesto ai tre digiunanti odierni di spiegare le ragioni dello sciopero della fame a staffetta, giunto al sesto giorno, Salvatore Tassinari ha dato una spiegazione che affonda le radici nella recente storia fiorentina: "Questa e' la citta' di La Pira e Fabiani, di don Milani e padre Balducci, con una tradizione di accoglienza e di grande attenzione agli esclusi e a chi soffre, percioa' quest'ordinanza e' una vigliaccata. Noi chiediamo che sia ritirata e che siano avviate politiche sociali nuove".

Con Salvatore oggi digiunano Monica Biondi e Mary Bertini. Le occasioni di confronto coi passanti sono state numerose. Come al solito non sono mancati gli accenti critici da parte di qualcuno, ma sono stati numerosi anche i messaggi di apprezzamento. "Diverse persone si sono fermate a dirci: bravi", dice Mary, decisamente siddisfatta dell ua mattinata in piazza.

Sono venuti a salutare anche alcuni digiunanti dei giorni scorsi: Luca e Max, e Alessandro Santoro, che ha discusso a lungo con Nicola Perini, consigliere comunale di maggioranza, il quale ha convenuto sulla necessita' di una discussione piu' ampia, anche dentro il palazzo, attorno ai temi dell'emarginazione, della poverta', delle politiche sociali.
Questa sera il servizio su Tvr-Teleitalia alle 20,40, con replica alle 22,40

martedì 25 settembre 2007

NON C'E' LEGALITA' SENZA GIUSTIZIA


Marco Sodi, mente discute con un passante che ha qualcosa da ridire, la spiega cosi': "La madre e' la giustizia, la figlia e' la legalita'". Come dire: attenzione a brandire il concetto di legalita' per mettere fuori legge questo o quel comportamento, perche' non si puo' disgiungere l'impegno per la legalita' da quello per la giustizia sociale. In fondo uno degli scopi della lotta nonviolenta cominciata venerdi' 21 per ottenere il ritiro dell'ordinanza sui lavavetri, e' proprio questo: proporre un altro modo di affrontare la questione, improntato a criteri di giustizia, di accoglienza, con lo strumento del dialogo. E' una prospettiva che la giunta comunale non ha considerato al momento di emettere l'ordinanza, ma che andra' recuperata, per rispetto delle tradizioni della citta' e delle stesse radici delle forze politiche che compongono la maggioranza in consiglio comunale.

Lo sciopero della fame a staffetta e' arrivato al quinto giorno e la giornata di presenza davanti all'ingresso uffici di Palazzo Vecchio e' stata come al solito movimentata. Alcuni cittadini si sono fermati a discutere e parlare, Controradio ha effettuato un paio di collegamenti in diretta, gran parte degli amministrati sono sfrecciati indifferenti (il sindaco Domenici, ad esempio, e' entrato a testa bassa mentre parlava al telefono). Il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini (nella foto con i due digiunanti e una collaboratrice) si e' invece fermato a conversare. E ha spiegato che lunedi' primo ottobre il consiglio non riaffrontera' la questione lavavetri, come qualcuno si aspettava. E' vero - ha detto - che la mozione delle sinistre, approvata lunedi' 17 settembre, ha fissato una scadenza di quindici giorni per una 'revisione' dell'ultima ordinanza, ma questo non comporta una nuova discussione sul tema: sara' semmai lui stesso, in qualita' di presidente del consiglio comunale, a sollecitare la giunta a rispettare l'indirizzo politico emerso in consiglio con l'approvazione della mozione. Insomma, il caso politico e' ancora aperto.

Dal canto suo Sabrina Sganga, la seconda digiunante, prefigura un possibile esito della vicenda: "Alla fine l'ordinanza sara' dimenticata, i lavavetri torneranno sulle strade e a quel punto dovremo evitare che qualcuno si senta legittimato a scagliarsi contro di loro". E' il timore che tutti noi esprimiamo quando intravediamo sullo sfondo dinquesta vicenda un'impostazione di tipo leghista, un'impronta sbrigativa e autoritaria. Vorremmo immaginare un altro modo di rispondere ai disagi e alle insofferenze manifestate dai cittadini, in questo caso nelle vesti di automobilisti.

Il PROF. L'ABATE DIGIUNA: 'LOTTIAMO CONTRO L'INGIUSTIZIA'


Il professor Alberto L'Abate e' uno dei piu' noti e autorevoli 'amici della nonviolenza'. Ha aderito allo sciopero della fame a staffetta e ha scritto questo contributo.

Cari amici, come vi ho già scritto sia io che mia moglie Anna Luisa Leonardi abbiamo iniziato a digiunare da lunedi passato in solidarietà con il digiuno contro l'ordinanza del comune sui lavavetri, e continuiamo a digiunare tutti i lunedi' fino alla fine del digiuno.

Per quanto riguarda la pubblicizzazione non posso venire ad incontri pubblici perche' ho scadenze importantissime in questi giorni. Ma ho scritto un cartello abbastanza visibile con sopra " Partecipo al digiuno a staffetta per protestare contro la delibera comunale sui lavavetri" che è sempre attaccato, in bella vista, alla mia macchina.

Inoltre venerdi pomeriggio passato, alla sala cenacolo di Santa Croce dove c'era un incontro italio-indiano tra focolarini e movimenti gandhiani ed al quale dovevo parlare di lotta nonviolenta alle ingiustizie come base di una società fraterna, incontro inaugurato dal vice sindaco Matulli e dal Presidente della Provincia Renzi, ho tenuto il cartello al mio collo mentre tenevo il mio intervento, ed ho parlato, come esempio di lotta alle ingiustizie da portare avanti, anche del caso fiorentino dei lavavetri e di questa assurdità di prendersela con loro non facendo nulla in realtà per superare il problema della emarginazione e degli emarginati.

Anche se ho avuto pochissimo tempo per parlare perche' si era fatto tardi molti dei presenti sono venuti a ringraziarmi per aver parlato di questo, e dichiarandomi il fatto che anche loro digiunavano, e che erano del tutto d'accordo con la lotta. All'inizio quando era presente il vice sindaco Matulli, gli ho mostrato il cartello ma non ha detto nulla. Ha solo sorriso come per dire "capisco". Ma forse voleva dire "L'Abate queste cose se le può permettere, ma noi?".

Solidarizzo con Santoro e con Tiziano e credo che dobbiamo intensificare la lotta anche, come è emerso ad un incontro del tavolo immigrati del ministro Ferrero a Roma, sulla base di di buone pratiche che esistono e che permettono di risolvere il problema senza criminalizzare quelli che spesso sono le vittime di questo stato di cose.

Buon lavoro,
Alberto L'Abate

lunedì 24 settembre 2007

"ABBIAMO DIGIUNATO PER DIALOGARE"


Ecco le testimonianze di Gennaro e Saverio, i digiunatori di oggi.
(Martedì mattina alle 9 spazio informativo sul digiuno a staffetta sulle onde di Controradio)

Stamane ho digiunato, insieme a Saverio, e ho sostato con lui davanti a Palazzo Vecchio. Anche a me danno fastidio i lavavetri. Tante cose mi danno fastidio, ma più di tutte l'ingiustizia sociale. Pertanto, al posto di chi ci amministra, mi preoccuperei prima di offrire ai lavavetri un'attività alternativa.
E solo allora me la sentirei di ripulire le strade dalla loro fastidiosa e a volte persino pericolosa presenza. Prima di allora, pazienza e un centesimino al lavavetri sull'incrocio. Meglio un lavavetri al lavoro che un affamato alla ricerca di un modo qualsiasi per sbarcare il lunario.

Gennaro

L’esperienza del digiuno, anche solo per un giorno, è un’esperienza totalizzante: ti costringe a confrontarti per 24 ore sul problema. Lo sciopero della fame a staffetta è anche un’esperienza collettiva, specie nel nostro caso, dove abbiamo deciso di passare parte del tempo del digiuno davanti la porta di Palazzo Vecchio indossando dei cartelloni che manifestassero il nostro pensiero e la nostra azione; questo ci sta dando l’opportunità di un confronto diretto con le persone, riuscendo spesso a instaurare un dialogo e un confronto, esattamente ciò che manca nel provvedimento di cui chiediamo il ritiro: manca in esso il dialogo, manca l’opportunità di una scelta “altra”; l'ordinanza della giunta Domenici considera efficaci solamente multe e carcere, finendo per criminalizzare le persone solo perché in situazione di indigenza.

L’invito che mi permetto di rivolgere a tutt* è quello di trovare le forze per continuare la staffetta del digiuno fino alla data stabilita del 17 ottobre e mai perdere l’entusiasmo e la gioiosa volontà di continuare a costruire un mondo di tutti e non di pochi.
Un abbraccio!

Saverio

UN MESSAGGIO AL CONSIGLIO COMUNALE


Oggi orario inconsueto per il nostro 'assedio' al palazzo: si e' cominciato alle 10 per andare avanti fino alle 16, in modo da intercettare l'ingresso dei consiglieri impegnati della seduta odierna del consiglio comunale. I digiuntanti di oggi sono Saverio Tommasi e Gennaro Guida. Fra i primi inquilini del palazzo a incrociare gli scioperanti, i consiglieri del Prc Pap Diaw e Leonardo Pieri, poi Ornella De Zordo e Gregorio Malavolti (Sd), tutti entrati in Palazzo Vecchio con largo anticipo rispetto all'orario di avvio della seduta (le 15). Si e' fermato e ha stretto la mano ai due digiuntanti anche Matteo Renzi, presidente della Provincia.

Una cittadina ha avviato una piccola discussione, sostenendo che bisogna occuparsi prima degli italiani e poi degli stranieri (in verita' ha aggiunto una serie di colorite espressione che evitiamo di riportare). Gennaro Guida, iscritto ai Verdi ma ora attivo nel Cantiere, il gruppo (promosso da Oliviero Beha, Elio Veltri, Pancho Pardi) che si propone di creare una 'lista civica' nazionale, spiega cosi' la sua adesione al digiuno: "Ho aderito perche' rispondo, come posso, a tutte le richieste di solidarieta', da qualunque parte provengano. Ritengo che questa ordinanza sia discriminante, politicamente poco intelligente e quindi da contrastare con tutti gli strumenti disponibili in democrazia".

Ruggero lo scorso 3 settembre era in piazza della Liberta', armato di spugna e spazzolone, a lavare vetri ai semafori, durante l'azione di protesta organizzata a caldo. Quel giorno c'era anche Saverio Tommasi, attore e regista, protagonista sabato scorso della performance 'La ballata del lavavetro', scritta da Domenico Guarino. Saverio e' uno dei promotori del digiuno a staffetta: "All'inizio, a dire il vero, io avevo proposto uno sciopero della fame collettivo, da portare avanti fino alla cena elettorale organizzata da Graziano Cioni. Poi e' spuntata l'idea del digiuno a staffetta, ed eccoci qui".

Per Saverio il punto chiave e' l'informazione: "Il teatro serve a comunicare, a rendere partecipi e a responsabilizzare le persone. Sabato abbiamo fatto una prova di teatro popolare, cioe' per il popolo, quindi per tutti. Oggi siamo qui per comunicare sia con gli inquilini del palazzo, a cominciare dai consiglieri comunali, sia con i cittadini comuni".

Spesso si avvicinano persone contrarie alla protesta. Che effetto ti fa? "Mi procura una malinconia di fondo, ma mi fa anche capire che e' importante andare avanti. La maggior parte delle persone manca di una consapevolezza critica rispetto a questa ordinanza, perche' tutti si fermano alla prima versione offerta dai media. Noi siamo qui per dare un'altra informazione".
E del resto non manca chi ringrazia per aver reso visibile un altro punto di vista, una 'lettura' diversa dell'ordinanza.

"IL MIO DIGIUNO A DISTANZA E IL CORAGGIO DI DOMANDARE"


Allora, è stata un po' duretta, ma sono riuscito ad arrivare fino a sera senza mangiare.
E' stata duretta non perche' io un c'abbia i'fisico per resistere ad un giorno senza cibo, ma per il semplice fatto che oggi dovevo anche arbitrare.
E, visto che faceva anche molto caldo, durante la partita ho consumato molte energie, nonchè sudato copiosamente. Quindi, una volta tornato a casa la tentazione di mangiare era tanta...
Ma poi ho pensato alla motivazione, alla faccia del Cioni e mi son detto che non potevo dargliela vinta...
Purtroppo ho poco altro da dire. Una volta uscito dalla manifestazione di stamani gli unici con cui ho avuto l'occasione di parlare della cosa sono stati i miei, quando gli ho detto che non avrei mangiato. Credo che l'abbiano presa come una delle tante "stranezze" a cui li ho abituati.
Per il resto, solo persone che guardavano strano l'adesivo senza però avere il coraggio di chiedermi qualcosa...

Ciao!
Massimo "Francesco" Parrini, sabato 22 settembre

domenica 23 settembre 2007

"UNO SPAZIO NONVIOLENTO"


Terzo giorno di 'assedio' a Palazzo Vecchio. E' proseguito anche oggi, domenica, lo sciopero della fame a staffetta per il ritiro dell'ordinanza sui lavavetri e l'affermazione di politiche sociali di accoglienza, in una piazza della Signora affollata di turisti e di partecipanti ad alcuni matrimoni.I due digiunanti di oggi sono Lisa Clark e Antonio Fiorentino: dopo la mattinata trascorsa in piazza coi cartelli al collo, proseguiranno la loro giornata di astinenza dal cibo per 24 ore, testimoniando il loro gesto con un adesivo rosso al petto con su scritto: "Oggi digiuno per..."

Ecco come Lisa Clark, esponente fra l'altro dell'associazione Beati i costruttori di pace, spiega la sua adesione alla staffetta: "Sono qui perche' credo sia importante superare la spaccatura ideologica che si e' prodotta e contribuire a creare uno spazio nonviolento nel quale confrontarsi si modi per affrontare la questione".
Qual e' stato l'atteggiamento delle persone che si sono avvicinate? "Tutti i fiorentini che si sono fermati a parlare con noi, sostengono l'ordinanza. Questo dobbiamo dirlo".
Che significato attruibuisci a questo comportamento? "Io dico che i fiorentini non si ricordano piu' della loro tradizione di accoglienza della loro citta'. La semplificazione tipica della cultura televisiva ha grande presa e non c'e' piu' la voglia di approfondire i problemi".
Che cosa te lo fa pensare? "Il fatto che gli stranieri hanno avuto con noi un atteggiamento completamente diverso, specie statunitensi e canadesi. Tutti gli stranieri ci hanno manifestato sostegno. Uno ci ha detto 'God bless you', Dio vi benedica. Questo mi fa pensare al peso avuto dall'informazione su questa vicenda. Chi non ha subito il martellamento dei media, come i turisti stranieri, ha ascolatato e condiviso le nostre argomentazioni".

Antonio Fiorentino aggiunge un'altra osservazione: "Siamo di fronte a un regresso culturale, a un atteggiamento di chiusura da parte della cittadinanza. Percio' sono necessarie iniziative che vadano in senso contrario e promuovano politiche di accoglienza. E' molto grave che l'amministrazione comunale abbia invece cavalcato l'onda dell'insofferenza".

Il digiuno a staffetta prosegue naturalmente lunedi'. Chi vuole prenotarsi scriva a: digiunoastaffetta@gmail.com o telefoni a: 3495481572

sabato 22 settembre 2007

QUANTI SCHIAFFI ALLA GIUNTA!


Le ultime notizie dal fronte lavavetri sono queste: il gip ha archiviato le denunce dei giudici, smontando pezzo per pezzo l'ordinanza. Il gip ha detto che l'esercizio abusivo di mestieri girovaghi è stato depenalizzato nel 1981; che le ordinanze non riguardano "soggetti determinati e determinabili" come indicato dalla Cassazione; che le stesse ordinanze hanno comunque "carattere regolamentare" e quindi non possono configurare il ricorso all'articolo 650 del codice penale.


Il procuratore capo Ubaldo Nannucci, che aveva bocciato il provvedimento già all'indomani della sua emanazione, ha scritto una lettera al sindaco, in cui sostiene - fra le altre cose - che non vanno tralasciati "gli aspetti umani della vicenda, che la magistratura non può ignorare. L'iscrizione nel registro degli indagati, anche se priva di reali sanzioni, non favorisce certo la possibilità di un utile reinserimento lavorativo".


Stamani, durante la Conferenza sulla società multiculturale, sono arrivate le stoccate di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, che ha rifiutato la logica della tolleranza zero, indicando piuttosto la necessità della "tolleranza un miliardo". Vendola, prima di salire nel Salone dei Cinquecento, si è fermato coi digiunatori e li ha incoraggiati a proseguire. La puntura più dolorosa per la giunta comunale fiorentina è però probabilmente arrivata dalla persona meno sospettabile, il ministro dell'Interno Giuliano Amato, che ha liquidato la vicenda sicurezza e le polemiche sui lavavetri con un allusivo: "Non mi occupo di lavatrici".

ILLIBERTA' DI ESPRESSIONE

A questo punto si può dire che è ufficiale: la Costituzione vale fino alla soglia di Palazzo Vecchio; dentro è in vigore una misteriosa disposizione che sostituisce l'articolo 21, quello che dice così: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La scena, stamani, è stata identica a quella del giorno prima: appena passato il controllo di sicurezza, gli uomini della questura hanno imposto di depositare i cartelloni indossati dai due digiuntanti, Luca e Massimo (nella foto con Ornella De Zordo). A nulla è servito l'intervento di Ornella De Zordo, consigliera comunale di Unaltracittà/Unaltromondo, come venerdì erano stati inutili gli interventi di Pap Diaw e Anna Nocentini e dello stesso Graziano Cioni.

Va bene che in Palazzo Vecchio si teneva una conferenza organizzata dal ministero dell'Interno (e dall'Anci), ma è possibile che nessuno abbia niente da obiettare? E com'è che fanno tanta paura due attivisti che protestano in silenzio con un civilissmo cartello? Noi continuiamo a rifiutare questa logica servile, per cui la presenza di qualche potente pare a tutti sufficiente per allontanare dallo sguardo la protesta e per soffocare la libertà d'espressione.

La mattinata di sciopero della fame ha tuttavia raggiunto i suoi obiettivi: molte persone hanno letto i cartelli e chiesto informazione, tutti i partecipanti al convegno hanno saputo della protesta in corso. Il ministro Amato, per quanto circondato da un piccolo esercito di guardaspalle, si è soffermato a leggere i cartelli; Nichi Vendola ha fraternizzato coi digiunanti; uno sconosciuto funzionario, alla fine del convegno, ha fatto i complimenti: "Non posso dirvi come mi chiamo e che ruolo rivesto, ma vi dico bravi. Meno male che c'è qualcuno che fa notare la porcheria di questa ordinanza"...

Il digiuno a staffetta - che un partecipante alla Carovana della pace dei comboniani venerdì sera ha definito "resistenza nonviolenta" - va dunque avanti e sembra avere colpito nel segno. Tutta la stampa quotidiana stamani ha pubblicato servizi e fotografie sulla prima giornata; Alessandro Santoro è stato plurintervistato da radio e tv nazionali.

Quel che conta, d'ora in poi, è la costanza: il messaggio della nonviolenza ha la forza dei corpi che gli danno sostanza, in questo caso attraverso il digiuno. Ma l'idea della staffetta serve a comunicare la necessità d'essere tenaci, nella consapevolezza che l'impegno è arduo, perché l'ordinanza sui lavavetri è solo la spia di una cultura (o meglio di un'incultura) che sta radicandosi nella società, e che va contrastata sul piano delle idee, con la testimonianza, l'impegno civile.

venerdì 21 settembre 2007

IL PRETE DIGIUNANTE E L'ASSESSORE SCERIFFO


A parte la vicenda dell'espulsione da Palazzo Vecchio, la 'perla' della prima giornata del digiuno a staffetta, è stato l'incontro in piazza fra Alessandro Santoro e Graziano Cioni. E' stato proprio l'assessore a salutare per primo e ad avvicinarsi ad Alessandro, debitamente abbigliato con i noti cartelloni anti ordinanza.


La discussione si è protratta per alcuni minuti, con l'assessore intento a spiegare le sue ragioni ed Alessandro che ha subito messo in discussione il metodo seguito: "Perché non si è cercato di preparare bene l'eventuale intervento, ascoltando tutti, a cominciare dai lavavetri stessi?" Cioni ha replicato sciorinando dati ("618 telefonate di protesta in Comune") e la necessità d'intervenire subito. Ha anche sostenuto di non avere affatto agito per cercare consenso, ma nell'ambito di un "pacchetto" d'interventi, a cominciare da maggiori controlli - da parte dei vigili urbani - sugli eccessi di velocità, col risultato di arrivare a numerosi sequestri di patente. Ha detto di non avere preventivato il clamore suscitato dall'ordinanza.


Alessandro ha replicato ricordando le numerose emergenze sociali cittadine e la necessità di affrontarle senza chiamare in causa il codice penale. Istruttiva la chiusura del faccia a faccia. Cioni ha chiesto provocatoriamente: "Prendiamo l'ultimo degli ultimi, uno che vive sotto i ponti. Mettiamo che rubi la pensione a una vecchina, che non ha altre risorse per arrivare a fine mese. Tu da che parte stai?" Risposta di Alessandro: "Dalla parte di tutti e due".
Su Radio radicale le interviste a Santoro, Cioni e altri.

PALAZZO VECCHIO VIETATO AI DIGIUNANTI

Come il 'fastidio' procurato da alcuni lavavetri ha prodotto la nota ordinanza della giunta fiorentina, così la presenza di due digiunanti con cartello al collo è parsa sufficiente a far scattare il divieto d'ingresso nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, sede della 'Conferenza sulla società multiculturale' organizzata dal ministero dell'Interno e dall'associazione dei Comuni. La sensazione, sempre più forte, è che ogni forma di dissenso, di eterodossia, ogni uscita dalla via maestra del conformismo di massa, sia vissuta con un misto di astio e di insofferenza.

' successo stamattina. Lo sciopero della fame a staffetta era partito da un paio d'ore, quando don Alessandro Santoro e Tiziano Cardosi, i primi due digiuntanti, hanno pensato bene di salire le scalinate di Palazzo Vecchio e di spostarsi nel Salone dei Cinquecento, dov'era appena cominciata la Conferenza. Intendevano portare il loro messaggio - "Io oggi digiuno per il ritiro immediato dell'ordinanza sui lavavetri", scritto anche in inglese - all'interno della Conferenza, dove si discute, fra le altre cose, di 'sicurezza urbana' e provvedimenti simili a quello firmato dall'assessore Graziano Cioni.

All'ingresso tutto è filato liscio, grazie anche all'intercessione dei consiglieri comunali Anna Nocentini e Pap Djawe, che sono entrati insieme a Tiziano e Alessandro. Lo stop è venuto dai vigili urbani, ma su indicazione della questura. Gli agenti hanno detto che i due potevano salire nella sala della Conferenza, ma senza i cartelli. Uno dei funzionari ha aggiunto che i digiunanti avevano indicato, nella comunicazione fatta alla questura, la permanenza in piazza e non dentro il palazzo. A nulla è servita l'ovvia replica che non occorre comunicare alcunché per partecipare a un convegno e che la libertà d'espressione, anche tramite cartello appeso al collo, è tutelata dalla Costituzione.

Alessandro e Tiziano sono saliti alle fine senza cartelli, con l'intento di chiedere l'intervento dello stesso Graziano Cioni, incontrato poco prima per strada e col quale Alessandro aveva dialogato per alcuni minuti. La scena è stata comica. I digiunanti si sono mossi nel Salone dei Cinquecento e negli uffici del Comune sotto stretta sorveglianza di sei-sette uomini della Digos, preoccupati non si sa bene di che. Alla fine Cioni ha ricevuto i due nel suo ufficio e ha riconosciuto il pieno diritto d'accesso al Salone: "Potete salire coi cartelli, così come potevate stare per strada. State esprimendo la vostra idea. Dov'è il problema?". Appunto, dov'è il problema? L'assessore ha chiesto lumi prima al capo di gabinetto del sindaco e poi direttamente al capo della Digos, il quale ha chiuso la partita citando una disposizione che vieterebbe l'ingresso al Salone dei Cinquecento con cartelli. "Io non conosco questa disposizione", ha ammesso l'assessore.









Ai digiunanti non è restato che tornare all'esterno del Palazzo, sempre più chiuso, e sempre più lontano da quella società multiculturale citata nel titolo della Conferenza. Il commento di Alessandro Santoro è sferzante: "Il divieto d'ingresso nel Palazzo coi cartelli appesi al collo è un atto grave, che lede l'articolo 21 della Costituzione italiana, uno degli articoli più importanti che connota uno stato come democratico".

"Oggi - dice ancora Alessandro - il ministero dell'Interno ha sospeso arbitrariamente questo diritto. Ancora una volta i cittadini non possono esprimere la loro opinione su chi li amministra; con l'aggravente che oggi è successo in un luogo simbolico come il Salone dei Cinquecento, voluto dal Savonarola per garantire la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica".

Lo sciopero a staffetta naturalmente continua. Domani, sabato, tocca a Luca e Massimo. Chiederanno anche loro di salire nel Salone dei Cinquecento. Magari la "disposizione", sconosciuta all'assessore Cioni, non ci sarà più.

giovedì 20 settembre 2007

COMINCIA IL DIGIUNO


Appuntamento venerdì 21 settembre davanti a Palazzo Vecchio, alle 8. Comincia lo sciopero della fame a staffetta. I primi due digiunatori sono Tiziano Cardosi e don Alessandro Santoro.

Tiziano è un attivista impegnato su molti fronti, dall'antirazzismo all'ambientalismo all'economia solidale. Alessandro è l'animatore della comunità delle Piagge ed è fra le persone in città più vicine alle aree di disagio sociale. L'Assemblea autoconvocata che ha organizzato le iniziative del fine settimana (il corteo di sabato mattina, con concentrazione in piazza San Marco alle 9,30 e arrivo in piazza Signoria, dove sarà allestisto lo spettacolo teatrale "La ballata del lavavetri"), si è tenuta proprio nella sede della comunità, in via Lombardia.


Venerdì sera Tiziano, Alessandro e altri partecipanti al digiuno a staffetta saranno a Coverciano, alla chiesa di Santa Caterina (via del Mezzetta 1), dove è in programma una veglia organizzata nell'ambito della Carovana della pace voluta dai missionari comboniani. Sarà presente Alex Zanotelli, che sostiene il nostro digiuno. Uno di noi parlerà durante la veglia, sollecitando i presenti a unirsi a quest'iniziativa nonviolenta.

UN DIGIUNO A STAFFETTA CONTRO L'ESCLUSIONE, PER L'ACCOGLIENZA E LA TUTELA DEI DIRITTI CIVILI

comunicato stampa

Il nostro digiuno a staffetta si pone un doppio obiettivo: chiedere il ritiro dell'ordinanza sui lavavetri e testimoniare il profondo dissenso dalla visione autoritaria e securitaria che ha ispirato la delibera della giunta comunale.

Lo sciopero della fame, che sarà pubblico, con una presenza quotidiana tutte le mattine in piazza della Signoria, è un modo di manifestare le proprie idee e la staffetta del digiuno è la nostra proposta per rendere questa idea una forma di dissenso collettivo nonviolento, in grado di dare corpo al malessere di molti cittadini di fronte al modello di società e di relazioni sociali che la delibera promuove. E' un impegno forte, che mette in gioco tutta la persona.

Firenze è una città con grandi tradizioni di accoglienza e tale deve rimanere: perciò chiediamo politiche sociali di inclusione, di solidarietà, di attenzione agli esclusi e agli emarginati. La delibera fiorentina rischia di fare scuola, sull'onda di un atteggiamento di insofferenza per i deboli, i poveri, i diversi, che si sta diffondendo pericolosamente nella nostra società. Non possiamo tacere, non dobbiamo assecondare quest'ondata d'intolleranza. Sono ormai in discussione i diritti civili, le liberta' individuali. L'autoritarismo e' dietro l'angolo.

Chiunque può partecipare al digiuno a staffetta (di 24 ore a testa), sia presenziando in alcune piazze cittadine, sia indossando (anche in altre citta') un adesivo che rende esplicita e visibile la propria adesione, in modo da stimolare dialogo e discussione. A tutti chiediamo l'impegno, una volta terminato il digiuno, a raccontare per iscritto e con foto e filmati la propria esperienza. La staffetta culminerà il 17 ottobre nella partecipazione alla Giornata mondiale di lotta alla povertà.
Per partecipare occorre contattare i promotori, che sono un gruppo di cittadini amici della nonviolenza. Mail: digiunoastaffetta@gmail.com, telefono: 349 5481572. Tutte le informazioni sul blog: http://digiunoastaffetta.blogspot.com

Firenze, 20 settembre 2007

mercoledì 19 settembre 2007

IL VOLANTINO DEL DIGIUNO

Firenze ha una tradizione di accoglienza e solidarietà della quale siamo orgogliosi, perciò dissentiamo totalmente dal contenuto e dallo spirito delle recenti ordinanze comunali sui lavavetri.

Siamo un gruppo di cittadini allarmati per il modello di intolleranza autoritaria che ci viene proposto e crediamo sia necessario esprimere con forza il nostro disaccordo e il nostro desiderio di promuovere un altro modo di intendere le relazioni fra le persone.

Vogliamo impegnarci per una convivenza sociale basata sulla solidarietà e l'affermazione dei diritti di tutti. Riteniamo che molte persone condividano questo nostro stato d'animo. Intendiamo quindi iniziare uno

SCIOPERO DELLA FAME A STAFFETTA

per il ritiro dell'ordinanza e per la promozione di efficaci politiche sociali di accoglienza.

Con questa azione nonviolenta vogliamo attirare l'attenzione sul grave attacco in corso ai diritti e alle libertà civili.

E' il momento di mettersi in gioco con tutta la persona, il corpo e le idee. Invitiamo perciò a partecipare allo sciopero della fame. Chiunque può aderire, impegnandosi a digiunare per 24 ore e a comunicare questa sua scelta rendendola visibile (ad esempio tenendo sul petto l'adesivo che stiamo preparando).

Intendiamo organizzare un presidio nonviolento in alcune piazze cittadine e una presenza quotidiana davanti a Palazzo Vecchio, a partire da venerdì 21 settembre.

Chi vuole aderire al digiuno pubblico può scrivere a digiunoastaffetta@gmail.com, o telefonare al numero: 349 5481572

Il blog è: http://digiunoastaffetta.blogspot.com

Lo sciopero della fame culminerà mercoledì 17 ottobre nella partecipazione alla Giornata mondiale di lotta alla povertà.

I PROMOTORI: Matteo Bortolon, Tiziano Cardosi, Lisa Clark, Lorenzo Guadagnucci, Camilla Lattanzi, Alessandro Santoro, Marco Sodi, Claudio Soldaini, Saverio Tommasi

VADEMECUM


CHI. Chiunque puo' partecipare, scrivendo a digiunoastaffetta@gmail.com o telefonando a 3495481572

COME. Si richiede di osservare il digiuno per 24 ore. Ci sono tre modalita' di adesione.
1) Presenza in piazza Signoria (ore 8-14) indossando un cartello (stile uomo-sandwich) con su scritto Digiuno per il ritiro dell'ordinanza sui lavavetri e' previsto che ogni giorno siano impegnate in questo modo due persone.
2) Adesione individuale: si chiede di rendere visibile l'impegno nel digiuno nella propria vita quotidiana, con un adesivo da tenere sul petto (Sto digiunando per...) in modo da agevolare il dialogo con le persone che si incontrano (in famiglia, a scuola, per strada, dovunque). Puo' aderire chiunque, anche chi non vive a Firenze. A tutti si chiede l'impegno, appena conclusa le 24 ore di digiuno, a raccontare la propria esperienza con un breve scritto ed eventuali foto e filmati, che metteremo sul blog.
3) Partecipazione ai presidi, che prevediamo siano due alla settimana (di pomeriggio, ore 17,30-20) in zone diverse della citta': in questo caso partecipano anche i non digiunatori, per la distribuzione di volantini e materiali.

COMPORTAMENTO. Ai digiunanti in piazza Signoria si chiede di osservare la consegna del silenzio, in modo da premunirsi rispetto ad eventuali provocazioni. Una terza persona, non digiunante, sara' presente per fare da cuscinetto, dialogare con chi chiede notizie eccetera. E' fondamentale tenere una condotta irreprensibile. Durante la permanenza in piazza si sta in piedi o seduti, ci si sposta rimanendo a ridosso delle due entrate di Palazzo Vecchio (in particolare l'ingresso uffici). E' una sorta di 'assedio' al palazzo.
E' importante che chi aderisce privatamente o in altre citta' invii il resoconto della sua esperienza. La comunicazione, che cureremo tramite il blog e altre forme, e' fondamentale per la riuscita del digiuno a staffetta, che non e' un fatto privato, ma una presa di posizione pubblica.

MATERIALI. I promotori curano la produzione dei materiali (cartelli, adesivi, volantini) anticipando la spesa.

BILANCIO. Sul blog comparira' con aggiornamenti costanti il 'bilancio trasparente' del digiuno a staffetta.

FINANZIAMENTI. Ai digiunanti si chiede di versare almeno una parte di quanto risparmiato saltando i pasti: indicativamente 3-5 euro.

ISCRIZIONI. Chi intende aderire puo' scrivere a digiunoastaffetta@gmail.com o telefonare al numero 3495481572 specificando il suo nome, cognome, contatto e-mail o telefonico e precisando in che modo e' disponibile a impegnarsi (digiuno con o senza presenza in piazza Signoria; partecipazione al presidio) e quando. E' naturalmente possibile impegnarsi per piu' di un giorno. E' importante prenotarsi per i giorni feriali, che sono i piu' difficili da coprire.

COMUNICAZIONE. Ogni giorno sul blog http://digiunoastaffetta.blogspot.com saranno comunicati gli aggiornamenti del caso. Per qualsiasi altra cosa: digiunoastaffetta@gmail.com, o telefono 3495481572


martedì 18 settembre 2007

PASSA LA MOZIONE DELLA SINISTRA

Ecco il breve report di Ornella De Zordo (consigliera comunale di Unaltracitta/Unaltromondo) sul consiglio comunale del 17 settembre dedicato all'ordinanza sui lavavetri.

Domenici si è rifiutato di presentare l'ordinanza famosa (come aveva richiesto il consiglio), ma ha chiesto che si svolgesse prima il dibattito per poi fare le sue conclusioni. Il pomeriggio è stato molto caotico, con grande partecipazione di pubblico. E' stato bello vedere vari di voi tra il pubblico. In sintesi, mancando la comunicazione del sindaco, il consiglio si è aperto con la presentazione della mozione De Zordo-Nocentini, a seguire l'illustrazione dell' o.d.g. di PdCi, Verdi e SD, che era stata precedentemente dicussa anche con PRC e Unaltracittà: si tratta di un testo critico verso l'ordinanza che ne chiede "il superamento entro 15 giorni" , poi un o.d.g. del PD che in sostanza appoggia l'ordinanza (anche se senza entusiasmo), poi un o.d.g della destra che loda l'operato della giunta (!!!), e altri atti di destra che propongono di allargare le misure a venditori abusivi ecc.

Dopo 24 interventi, parla Domenici, che dopo aver sclerato su una frase di Leonardo Pieri, è tornato calmo e ha cercato ovviamente di convincerci della bontà della sua linea. Arrivo alle conclusioni del consiglio:
mozione Unaltracittà-PRC :4 favorevoli, 10 astenuti (sinistra della maggioranza), 30 contrari (DP e destre)
mozione Sinistra unita: 14 favorevoli (sinistra di maggioranza e sinistra di opposizione), 18 astenuti (PD), 12 contrari (destre)
mozione PD: 26 favorevoli (PD e, FI e UDC), 9 contrari (AN, sinistra opposizione) 6 astenuti (parte della sinistra di maggioranza).

Commento politico: 2 fatti di grande rilievo: la sinistra unita ha fatto approvare un suo atto; il PD ha riscosso i voti della destra... Il dibattito continua...

Ornella

LE RAGIONI DEL DIGIUNO



COME NASCE
Presentata con successo martedì 11 Settembre nell’assemblea dei movimenti riuniti al Centro Sociale de Le Piagge, questa iniziativa è promossa da un piccolo gruppo di cittadini che crede nella necessità del ritiro immediato dell’ordinanza Cioni/Domenici , nell’urgenza di più efficaci politiche sociali e nella nonviolenza come modalità per gestire i conflitti.


L’OCCASIONE
Crediamo che a un atto estremo come il tentativo della Giunta comunale di capovolgere le logiche e le priorità di questa città, criminalizzando i lavavetri, si debba rispondere con un atto altrettanto radicale: un digiuno, pur nel rispetto, nell’autonomia e nel sostegno delle altre iniziative che verranno, speriamo, messe in campo da altri soggetti.


METTERSI IN GIOCO E COMUNICARE CON LA NONVIOLENZA
Siamo abituati a porre al centro della nostra azione atti collettivi, infatti la forma di protesta a cui pensiamo è quello del digiuno: in India lo chiamano “dharma”, digiuno davanti alla porta dell’obiettivo: in questo caso Palazzo Vecchio.


La formula che proponiamo è quella di una “staffetta del digiuno” che consentirebbe al numero più ampio possibile di cittadine e cittadini di Firenze e non solo, di aderire e prendervi parte, un giorno a loro scelta. Si aderisce come singoli cittadini. Si digiuna per un giorno intero, 24 ore, bevendo solo acqua. In coppie o piccoli gruppi, a seconda delle adesioni. Nel presidio, nel proprio privato o nel luogo di lavoro, a Firenze o fuori dai confini della città, ovunque, a condizione di dichiararlo apertamente, manifestandosi disposti a discutere con chiunque sulle ragioni di questa scelta, esplicitando la propria adesione con un adesivo attaccato al petto o con altro mezzo da progettare insieme. Il digiuno creerà l’occasione per costruire momenti di incontro, parlare con le persone, spiegare, confrontarsi.


LE RAGIONI
Sappiamo bene che l’ordinanza ha un consenso enorme, ma noi abbiamo dalla nostra una “ragione” enorme: il rifiuto dell'autoritarsimo, il rispetto della dignità di ciascuno.
Pensiamo che l’agenda politica debba essere altra. Pensiamo che le priorità di chi gestisce una città complessa debbano essere diverse. Rifiutiamo la logica dell’esclusione, del prendersela con il debole per distrarre rispetto ai problemi “forti” che non si vogliono affrontare: cementificazioni, traffico, tumori e malattie respiratorie in aumento, danni ambientali, politiche abitative disastrose, una società sempre più precaria, un potere d’acquisto in perenne caduta. Invece di affrontare questi temi, si decide di investire sulle paure del cittadino benpensante, emarginando ulteriormente l’immigrato, il lavavetri, il senza fissa dimora, il punkabbestia, il graffitaro…. le logiche di questa ordinanza sono da rifiutare senza appello se esiste ancora una cittadinanza democratica.


Sono le garanzie democratiche che difendiamo da questa ordinanza: quello che vale oggi per il lavavetri, potrà valere domani per ciascuno di noi. Se lasciamo passare il principio sarà solo una questione di tempo: noi stessi diventiamo ogni giorno più precari, noi stessi ci impoveriamo ogni giorno di più. Oggi il bersaglio è il lavavetri, il precario al quadrato, e domani ciascuno di noi, ciascuna categoria potrà diventare un bersaglio per nuove esclusioni.
Una società democratica ha il dovere di attuare politiche sociali efficaci: primo soccorso e assistenza verso gli immigrati in difficoltà, senza prevedere l’uso delle polizie e senza il bisogno di armare i vigili urbani. Siamo decisamente contro al modello CPT. Chiediamo dignità e umanità per i più deboli: un letto per dormire, un piatto caldo al giorno, un posto dove lavarsi. In collaborazione con l’associazionismo del territorio non sarebbe impossibile per il Comune coordinare un’assistenza all’arrivo che togliesse dalla strada chi desidera entrare in un percorso di integrazione e lavorare il prima possibile. Crediamo che la sicurezza sia importante, sì, specialmente quella di vivere in una città pacifista e accogliente, e non “pacificata” attraverso la rimozione forzata dei problemi.


I PROMOTORI
Matteo Bortolon, Tiziano Cardosi, Lisa Clark, Lorenzo Guadagnucci, Camilla Lattanzi, Alessandro Santoro, Marco Sodi, Claudio Soldaini, Saverio Tommasi.