mercoledì 26 settembre 2007

le testimonianze dei digiunanti del sesto giorno

la testimonianza di Salvatore
Sono salvatore tassinari e ho partecipato alla presenza in digiuno davanti a palazzo vecchio insieme a monica biondi e mary bertini.
Devo dire che la maggioranza dei fiorentini passanti si è distinta per indifferenza ed estraneità, come se non avesse occhi per vedere. Alcuni, per fortuna pochi, hanno espresso ostilità con gesti e parole pesanti e volgari. Pochi, ma, a mio parere, espressioni della pancia egoista e ottusa di questa città. Ad alleggerire la mia pena, pochi passanti che hanno comunicato solidarietà e partecipazione. Tra questi Cassigoli, che ricordo antico giornalista dell'Unità e intervistatore di diversi personaggi illustri della cultura di sinistra della città. Ha avuto parole di fuoco contro l'ordinanza.
Altro discorso ha da farsi sui turisti stranieri. Molti hanno letto con attenzione il cartello in inglese senza, peraltro, fare commenti, tranne alcuni che hanno manifestato consenso.
Io ho vissuto la situazione con un forte sentimento di solitudine, in una città che non riconosco più.
Ha transitato dal portone il vicesindaco, che io conosco. Si è fermato e mi ha espresso il desiderio, che io ho accolto, di avere dieci minuti di tempo per parlare con me. Vedremo che cosa ha da dire. E' una persona perbene, viene dal cattolicesimo democratico, mantiene rapporti con la comunità dell'isolotto. Vorrei chiedergli che cosa gli consente di continuare a fare il principale collaboratore di domenici.
Non vorrei aver comunicato pessimismo. "Non mollare", ci dicevano lontani padri dell'antifascismo.
Salvatore Tassinari

la testimonianza di Monica
oggi è stato il mio turno di digiuno davanti Palazzo Vecchio, credo che la nostra esperienza non sia stata tanto diversa da quelle già riportate: approvazione da parte degli stranieri e, generalmente, disapprovazione da parte degli italiani, presumibilmente fiorentini. In generale non c’è stato nessuno fra di essi che è stato disposto ad un confronto, i favorevoli o contrari avevano già la propria idea precostituita. Ho avuto l’impressione che il maggior motivo di disapprovazione fosse determinato dalle proprie condizioni di disagio, si affermava infatti: perché il Comune dovrebbe aiutare uno straniero se ci sono tanti italiani che stanno male? Toccando con mano che cosa significhi nella sostanza il concetto di guerra fra poveri, e come esso sia utile ad un certo tipo di sistema politico/economico.
Forse sarebbe stato interessante fare un piccolo censimento sui lavavetri pre e post protesta per vederne l’utilità nello spostare le opinioni in relazione; ricordiamocelo per il futuro.
Fra le cose che ci hanno detto è venuta fuori una riflessione interessante: diversi espungevano dal cartello che noi fossimo solo a favore di una “legalizzazione” del lavoro dei lavavetri, cosa meno rilevata nei messaggi in lingua straniera, forse dovremmo spiegare meglio in italiano quale sia la nostra posizione.
Ed infine un consiglio pratico per i futuri digiunanti: non state troppo vicini al Palazzo perché è punto strategico di socializzazione dei piccioni………………….
monica biondi

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