sabato 22 settembre 2007

ILLIBERTA' DI ESPRESSIONE

A questo punto si può dire che è ufficiale: la Costituzione vale fino alla soglia di Palazzo Vecchio; dentro è in vigore una misteriosa disposizione che sostituisce l'articolo 21, quello che dice così: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La scena, stamani, è stata identica a quella del giorno prima: appena passato il controllo di sicurezza, gli uomini della questura hanno imposto di depositare i cartelloni indossati dai due digiuntanti, Luca e Massimo (nella foto con Ornella De Zordo). A nulla è servito l'intervento di Ornella De Zordo, consigliera comunale di Unaltracittà/Unaltromondo, come venerdì erano stati inutili gli interventi di Pap Diaw e Anna Nocentini e dello stesso Graziano Cioni.

Va bene che in Palazzo Vecchio si teneva una conferenza organizzata dal ministero dell'Interno (e dall'Anci), ma è possibile che nessuno abbia niente da obiettare? E com'è che fanno tanta paura due attivisti che protestano in silenzio con un civilissmo cartello? Noi continuiamo a rifiutare questa logica servile, per cui la presenza di qualche potente pare a tutti sufficiente per allontanare dallo sguardo la protesta e per soffocare la libertà d'espressione.

La mattinata di sciopero della fame ha tuttavia raggiunto i suoi obiettivi: molte persone hanno letto i cartelli e chiesto informazione, tutti i partecipanti al convegno hanno saputo della protesta in corso. Il ministro Amato, per quanto circondato da un piccolo esercito di guardaspalle, si è soffermato a leggere i cartelli; Nichi Vendola ha fraternizzato coi digiunanti; uno sconosciuto funzionario, alla fine del convegno, ha fatto i complimenti: "Non posso dirvi come mi chiamo e che ruolo rivesto, ma vi dico bravi. Meno male che c'è qualcuno che fa notare la porcheria di questa ordinanza"...

Il digiuno a staffetta - che un partecipante alla Carovana della pace dei comboniani venerdì sera ha definito "resistenza nonviolenta" - va dunque avanti e sembra avere colpito nel segno. Tutta la stampa quotidiana stamani ha pubblicato servizi e fotografie sulla prima giornata; Alessandro Santoro è stato plurintervistato da radio e tv nazionali.

Quel che conta, d'ora in poi, è la costanza: il messaggio della nonviolenza ha la forza dei corpi che gli danno sostanza, in questo caso attraverso il digiuno. Ma l'idea della staffetta serve a comunicare la necessità d'essere tenaci, nella consapevolezza che l'impegno è arduo, perché l'ordinanza sui lavavetri è solo la spia di una cultura (o meglio di un'incultura) che sta radicandosi nella società, e che va contrastata sul piano delle idee, con la testimonianza, l'impegno civile.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ragazzi,
con tutto il rispetto, non vi sembra di esagerare con questi richiami alle libertà costituzionali etc etc.
Pur condividendo in parte la vostra protesta sappiate che la verità non risiede in maniera permanente dalla vostra parte e quindi la libertà di cui andate parlando (sparlando) è materia un pochino più complessa da trattare oltretutto in maniera così indelicata. Lasciamo questi massimalismi alle assemblee di istituto quando eravate rappresentanti nei vostri bei licei fiorentini . Senza rancore da Firenze.
M.