Ore 8,30, ci troviamo in Piazza Signoria in quattro, armati dei cartelloni che scopriremo poi antivento, e ci appostiamo all'entrata di Palazzo Vecchio. Intirizziti un po' dal freddo, intimoriti un po' dai movimenti strani di prima mattina: la piazza è piena zeppa di vigili e auto delle forze dell'ordine di ogni genere (carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili col pulmino delle vacanze) e tutti si muovono frettolosi. Una vigilessa mormora ad un suo collega: "Facciamoli andar via, ma senza la forza..." Subito dopo un vigile graduato entra nel portone di palazzo vecchio al grido di "esca fuori il primo plotone!". All'inizio è preoccupazione, poi fragorose risate: il plotone è composto da vigili vestiti a festa, fanfara, vessilli folkloristici, escono dal palazzo col passo dell'oca, e via verso orizzonti ignoti... E' il momento delle foto ricordo!
Scampato il pericolo di rimozione forzata, capiamo che è la festa per il 153 anno dei vigili urbani, prendiamo posizione intorno alla porta, per primo si avvicina un distinto signore con un canino, che dopo mezz'ora di parole chiede di poter partecipare con un cartello con scritto "sindaco puzzone", ma con molta dolcezza viene invitato a desistere da una delle digiunanti.
Si avvicinano poi, in ordine sparso nel corso della mattina, amici vari, un altro signore col cane che ci dice "non avete niente da fare?", stessa frase la pronuncia una signora che aspetta in macchina davanti al palazzo, e sta lì per circa tre ore... Ci sorge spontaneo il dubbio che fossero domande un po' introspettive, dato che non sembrava che anche loro avessero particolari urgenze!
Un signore mi stringe la mano e ci fa i complimenti, un altro, inglese, si complimenta non solo per il contenuto dei cartelli ma anche per la forma, dice che a Firenze è raro che si sappia scrivere in inglese corretto e quello è scritto proprio bene. Infine un anziano napoletano (che sia il solito che hanno incontrato Camilla e Lorenza?) che vorrebbe che manifestassimo per il problema meridionale. Ci fermiamo a parlare con lui perchè è molto simpatico anche se ci dice che dovremmo studiare di più se ancora non sappiamo che Israele è nato prima della Palestina e che i palestinesi non hanno voglia di lavorare: pare secondo lui che sia notizia risaputa.
Con lui affrontiamo il tema del razzismo in Italia, spiegando ad un gruppo di spagnoli che si fermano a chiedere informazioni, lo strano fenomeno per cui "grazie agli immigrati i meridionali si sentono più italiani", come cioè il razzismo, restando saldo nei suoi principi di esclusione e stereotipizzazione, distribuisca i suoi effetti via via sugli ultimi della catena, per cui i meridionali diventano italiani quando arrivano i vucumprà, che diventano rispettabili commercianti senegalesi quando arrivano gli stupratori, che diventano lavoratori instancabili albanesi quando arrivano finalmente i lavavetri!
Non resta ai migranti rumeni che aspettare un'altra ondata di immigrazione che li faccia, tra gli effetti, risalire la china del pregiudizio! Alla fine gli spagnoli si dicono soddisfatti del dibattito, o forse solo frastornati. In generale i turisti ci guardano e chiedono, un po' attoniti che si possa proprio fare un ordinanza del genere, chiedono ragguagli sull'illegalità e legalità, e ci viene da sorridere anche a noi, che la legalità sembra un po' un termine fuzzy, senza confini, fluido e fluttuante a seconda di cosa ti serve, un concetto che va su tutto, elegante e casual al tempo stesso.
La giornata procede, si ride parecchio, nonostante vento e fame, si invitano tutti alla grande cena del 17 ottobre e si parla anche delle votazioni sul pacchetto-welfare, sul pacchetto sicurezza, sulle zone pedonali intasate di auto, insomma forse è anche un'occasione per fare due parole con gli altri, riprendere per qualche ora la sana abitudine di confrontarsi, riflettere, guardarsi intorno.
Unica provocazione: il camion di "delizia catering" che scaricava cibo incessantemente. Di questi tempi ci possiamo stare, non sarà un bignè che ci potrà fermare!!
Valentina (ha digiunato martedì 9)
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