martedì 9 ottobre 2007

"UN RAGAZZO MI HA CHIESTO: E' UNO SCHERZO, VERO?"

Ho scritto delle mie motivazioni in una dichiarazione/invito che potete leggere sul sito della Chiesa Valdese, voglio solo aggiungere riflessioni semiserie sul tipo di lotta intrapreso.
Penso che già il vangelo, raccontandoci che Gesù incontrò l'Avversario mentre digiunava, ci abbia avvertito che non esistono spazi sacri e pratiche buone per tutti i tempi, tutte le nostre azioni comportano sempre dei rischi...

Sgombrato il campo da entusiasmi "integristi", voglio però aggiungere che non è nemmeno il caso di fare polpettoni e le distinzioni sono necessarie. Sono felice di aver partecipato ieri a questa specie di "contro-parata". Anche noi mostriamo ciò di cui siamo capaci e le nostre armi. Non sono poco, ad esempio:
la credibilità di fronte a gente che ha perso la sua;
la pazienza di fronte a gente che persegue un risultato immediato;
la convinzione personale tanto forte da permetterti un confronto tranquillo con chi non è d'accordo, di fronte a gente che insegue un consenso facile;
l'antirazzismo di chi cerca di aiutare le persone a comprendere che di fronte a fenomeni complessi come quelli delle nuove povertà occorre scartare le semplificazioni, di fronte a gente che usa un linguaggio che pericolosamente associa termini come "clandestini", "rumeni", "rom" a quello di delinquenti;
la capacità di controllare il proprio appetito di fronte a chi usa il potere in modo spudorato per propri interessi personali (penso ad un ragazzo che insisteva: "è uno scherzo vero? ma cosa ci si guadagna?")

Patrizia Barbanotti De Cecco

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